Il commento. C’è del buono da prendere dall’Europa

Il tecnico Giuseppe Tassi difende il suo percorso al Bologna nonostante le poche vittorie, sottolineando la crescita della squadra in Champions e la necessità di trovare nuove soluzioni in attacco.

di GIUSEPPE
25 ottobre 2024
Bologna, Italy, September 2019 - Aerial view of Renato Dall'Ara Stadium

Bologna, Italy, September 2019 - Aerial view of Renato Dall'Ara Stadium

Tassi

IInfondo ha perso solo con Napoli, Liverpool e Aston Villa. Ecco la frase che fa infuriare i forcaioli, già pronti a chiedere la testa di Italiano. In undici partite (fra campionato e Champions) il tecnico siculo-tedesco ha infilato una sola vittoria con il Monza. Eppure c’è una fetta importante del tifo rossoblu che prova a leggere con la lente dell’ottimismo perfino le sconfitte.

E forse un pizzico di logica c’è nella fiera difesa dell’allenatore. Quasi mai il Bologna all’Italiano è finito allo sbando. In ogni partita, perfino nel rocambolesco pareggio in extremis di Como, si può leggere la voglia di tenere in piedi il sogno e le ambizioni cullate dopo l’approdo in Champions.

Anzi, proprio la vetrina europea ha offerto alla squadra una dimensione diversa. Contro avversari quotatissimi, e capaci di costruire gioco in velocità, il Bologna non è rimasto annientato. Ha pressato alto per quanto possibile, ha riscoperto il fascino e gli spazi del contropiede e del lancio in verticale . E se Dallinga fosse stato più tempista a Liverpool e più deciso a Birmingham le due gare avrebbero potuto prendere un corso diverso.

Tutto questo per dire che il possesso palla furibondo non è la sola opzione e che con uomini veloci e determinati (Castro, Ndoye, Pobega, Iling Junior o il rientrante Ferguson) si può scrivere una storia nuova e trovare chiavi diverse in zona-gol, dove la squadra denuncia i limiti più evidenti e una pericolosa sterilità.

Italiano tragga insegnamento dalle “belle” sconfitte di Champions, renda più cinico e concreto il suo Bologna, alterni possesso palla a combinazioni verticali . E forse la vittoria tornerà a sorridergli, perché il calcio è fatto di corsa e coraggio ma anche di invenzione e fantasia.

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