Il giovane calciatore ha segnato il suo ultimo gol nella vittoria a Monza, ma da diverse partite non è fra i titolari in campionato. Urbanski senza limiti: "Sogno il pallone d’Oro»
Intervistato da una tv polacca ha parlato in modo deciso: "Bisogna sempre ambire a qualcosa di grande"
Kacper Urbanski è un tipo che non si pone limiti. "Bisogna sempre sognare qualcosa di grande – diceva ieri il centrocampista polacco di 20 anni intervistato in patria dal canale Tvp Sport – perché questo ti porta ad inseguire il massimo. Il mio sogno è di riuscire a vincere un Europeo, una Coppa del Mondo, un pallone d’Oro".
Decisamente l’autostima non manca al classe 2004 che Motta ha forgiato, Italiano ha ereditato e il cittì polacco Probierz ha trasformato in titolare più o meno fisso della sua nazionale. Semmai fa un po’ specie che Urbanski con il Bologna in campionato abbia giocato la sua ultima partita da titolare il 22 settembre a Monza, quando realizzò uno dei due gol con cui i rossoblù conquistarono la prima sudata vittoria in stagione (in quel 2-1 l’altro gol rossoblù lo segnò Castro), e che da allora per sei volte di fila si sia accomodato in panchina, vedendo il campo solo nei secondi tempi delle sfide con Atalanta, Parma e Lecce.
Gli è andata decisamente meglio in Champions, se è vero che Italiano, dopo avergli fatto assaggiare il campo nel finale di partita con lo Shakhtar, gli ha regalato una maglia da titolare nelle due trasferte iconiche con Liverpool e Aston Villa.
Non male per un ragazzo recuperato alla causa nell’estate del 2023, quando era in scadenza di contratto, dal pressing sul club di Thiago, che poi ne fece uno dei suoi pupilli nel girone di ritorno del campionato che a maggio si è chiuso con la conquista di un posto in Champions.
Il presente sono le sfide di Nations League che la Polonia affronterà domani notte sul campo del Portogallo (tra i pali è una partita a tre tra Skorupski, Bulka e Dragowski) e lunedì in casa con la Scozia.
"In tutti questi anni – ha detto Urbanski – sono migliorato tanto grazie soprattutto al lavoro". Lavoro e fiducia, a volte sfrontata, in se stesso: "Non è che volo alto: conosco il mio valore. E quando certe situazioni non mi piacevano non ho avuto problemi a dirlo".
Come sa bene il suo connazionale e fratello maggiore Lukasz Skoruspki, che in qualche circostanza lo ha riportato a più miti consigli.
La feroce ambizione che Urbanski ha nel dna difficilmente gli farà accettare un ruolo da comprimario in rossoblù. Nell’attesa Kacper svela uno dei suoi punti di forza: "A Bologna mi sono di grande aiuto i genitori, che hanno scelto di lasciare la Polonia per vivermi accanto". Se un giorno arrivasse il Pallone d’Oro uno spicchio è loro.
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