Allenatore Bologna, dopo Motta il piano B: Italiano, Vanoli, DiFra e Pecchia tra i papabili

Casteldebole guarda anche fuori dall’Italia per trovare il sostituto

di GIANMARCO MARCHINI -
15 maggio 2024
Il presidente Joey Saputo e l’amministratore delegato del Bologna, Claudio Fenucci: la società aspetta la risposta di Motta, ma si guarda intorno (Schicchi)

Il presidente Joey Saputo e l’amministratore delegato del Bologna, Claudio Fenucci: la società aspetta la risposta di Motta, ma si guarda intorno (Schicchi)

Bologna, 15 maggio 2024 – A Torino sono talmente sicuri che Thiago Motta sarà il prossimo allenatore della Juventus tanto da raccontarci come possibile lo scenario per cui, qualora stasera non vincesse la Coppa Italia, Massimiliano Allegri potrebbe essere accompagnato alla porta già domani. Tu chiamale se vuoi esagerazioni. Ma sicuramente restituiscono la proporzione di quanto sotto la Mole venga considerato concluso questo capitolo tecnico.

E dal portone che si apre sono strasicuri di veder entrare proprio Motta, il quale, sempre secondo rumors bianconeri, avrebbe da tempo un accordo con il diesse Cristiano Giuntoli. Ci sarebbe persino la lista dei fedelissimi che Thiago avrebbe posto come conditio sine qua non: il vice Alexandre Hugeaux, il preparatore dei portieri Alfred Dossou-Yovo, il collaboratore Simon Colinet e il match analyst (nonché cognato) Flavio Francisco Garcia.

Ci sarebbe, potrebbe, vorrebbe: il tripudio dei condizionali, certo, che diventano quasi inevitabili in una storia che con il passare dei giorni assume i connotati del surrealismo. Perché a Casteldebole, dove pure tutti riconoscono a Thiago la paternità assoluta di questo Bologna capolavoro, le lancette che scandiscono il tempo cominciano a fare rumore. Per mesi, infatti, i dirigenti hanno tentato di accelerare la partita del rinnovo, convincendosi poi loro stessi a sacrificare la necessità di programmare il futuro sull’altare di una Champions da conquistare. Tagliato questo traguardo, non ci sono più scuse.

Al quindici di maggio il Bologna conosce già le date del ritiro estivo, ma non sa ancora chi ci sarà a dirigere quel cantiere. E questo rappresenta una criticità importante, soprattutto nell’ottica di dover pianificare una stagione e una squadra da Champions League. Ecco perché, pur tenendo ancora aperta una porta (porticina?) sulla permanenza di Thiago, la società rossoblù ha dovuto chiaramente iniziare a mettere la testa fuori dalla finestra. Tradotto: Motta rimane il piano A, il primo della wish list di Saputo, ma il Bologna si guarderà intorno seriamente non appena dovesse incassare l’addio del tecnico dei record.

Da questo punto di vista, Saputo, l’amministratore delegato Fenucci, il responsabile dell’area tecnica Sartori e il diesse Di Vaio non si sono ufficialmente seduti attorno a un tavolo e sperano ancora di non dover arrivare a quel punto. Ma evidentemente, visto il silenzio totale sul fronte Motta, i dirigenti rossoblù hanno già avuto modo di confrontarsi e scambiarsi idee sul piano B. I nomi, almeno in Italia, girano da un po’ e, giocoforza, sono quelli: si va da Fabio Pecchia, considerato forse quello più apprezzato dall’area tecnica, a Vincenzo Italiano, passando per Eusebio Di Francesco, che anche in caso di salvezza potrebbe andare verso un divorzio consensuale con il Frosinone. Da monitorare anche un possibile outsider come Paolo Vanoli. Poi ci sono le suggestioni: Maurizio Sarri e il grande ex Stefano Pioli. Ma attenzione: il Bologna guarda anche all’estero. Il dopo-Thiago potrebbe arrivare proprio dove Thiago si è fermato: in Europa.

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