Il terzino fin qui ha deluso: deve sfruttare questi quattro mesi scarsi per spingere Casteldebole a versare i 14 milioni pattuiti con il Leicester. Kristiansen ora deve correre contro il tempo
Non ha l’aria di essere una buona notizia, per Victor Kristiansen, la cavalcata più o meno trionfale del Leicester in...
Non ha l’aria di essere una buona notizia, per Victor Kristiansen, la cavalcata più o meno trionfale del Leicester in Championship. Sabato scorso le ‘Foxes’, che comandano la serie B inglese, sono cadute fragorosamente (1-3) sul campo del Coventry. Nulla che però possa mette in discussione il primato in classifica della squadra guidata da Enzo Maresca, oggi a +7 dall’Ipswich Town, la prima delle inseguitrici. Per Kristiansen l’ostacolo al ritorno in Inghilterra si chiama proprio Maresca, il tecnico italiano che ha preso le redini del Leicester a giugno dopo la retrocessione dalla Premier e nel cui scacchiere tattico il nazionale danese non trova spazio. "Maresca vorrebbe trasformarmi da terzino a difensore centrale – disse Victor a novembre durante un viaggio in nazionale –. Per questo non vedo un grande futuro per me al Leicester".
Il punto è che anche il presente sotto le Due Torri è grigio. Fin qui Kristiansen in rossoblù non ha mai davvero inciso, a dispetto di una titolarità più o meno indiscussa sempre garantitagli da Motta. Il danese da quando è arrivato in campionato è rimasto a guardare solo in due circostanze: il 7 ottobre al Meazza con l’Inter, quando era infortunato, e il 23 dicembre al Dall’Ara con l’Atalanta, per scelta tecnica. Prima e dopo, dal giorno in cui ha messo piede a Casteldebole alle ultime curve del mercato, Kristiansen è stato un punto fermo di Thiago, dall’alto di 16 presenze di cui 11 da titolare. Un ruolino di marcia che ha cannibalizzato Lykogiannis, suo alter ego nel ruolo di terzino sinistro. Ma se dalla quantità si passa alla qualità il piatto piange. In troppe circostanze il nazionale danese ha dimostrato scarso feeling con il calcio di Thiago. Il rigore regalato alla Fiorentina il 12 novembre al Franchi (trattenuta su Ikoné) è stato solo il punto più basso di un rendimento già di per sé lacunoso. Con questi chiari di luna diventa praticamente impossibile ipotizzare che il Bologna a giugno versi al Leicester i 14 milioni pattuiti per trasformare il prestito in acquisto, nonostante sia Motta che Sartori continuino a nutrire fiducia nel ragazzo. Di fatto davanti a sé Kristiansen ha quattro mesi (scarsi) per convincere il Bologna che investire su di lui in estate fu una scelta giusta e forse vale la pena studiare una nuova formula a giugno per consentirgli di rimanere. "Bologna è una città bellissima, dove si mangia benissimo e l’ospitalità è unica", spiegava ai suoi connazionali Victor a novembre, in un’intervista in cui raccontava le sue abitudini culinarie. Thiago però preferirebbe che Kristiansen ‘mangiasse’ la fascia con quella voracità che fin qui ha rappresentato l’eccezione.
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