Italiano: "Ora siamo tutti più felici. Vincere ci ha dato entusiasmo"
Ieri al campus Isokinetic il tecnico del Bologna è tornato sul successo di Monza: "Lo aspettavamo tanto"
Vincenzo Italiano è un uomo, ancora prima che un allenatore, a cui certo non fa difetto il coraggio. A giugno ci voleva un coraggio da leone nel prendere il testimone dalle mani di un collega, Thiago Motta, che nelle precedenti due stagioni tutto quello che toccava a Casteldebole lo trasformava in oro. E attiene al novero delle scelte coraggiose anche quella di cambiare mezza squadra a Monza (nello specifico sei undicesimi dei titolari con lo Shakhtar) nei novanta minuti in cui il suo Bologna, se fosse uscito dall’U-Power Stadium di nuovo senza il premio di una vittoria, avrebbe inevitabilmente affrontato le forche caudine del malumore e del dissenso. E invece rivoluzionando il suo Bologna Italiano ha raccolto il premio della prima vittoria in stagione. Ieri sera ha raccolto anche l’applauso degli allenatori iscritti al corso Figc sulla "Prevenzione degli infortuni" ospitato dal Campus Isokinetic.
"Mi applaudite perché ho vinto...", ha scherzato il tecnico, salvo poi raccontare il suo lunedì diverso: "Oggi siamo tutti più felici, perché spettavamo da un po’ di tempo questa vittoria. Vincere aiuta a lavorare con più entusiasmo: in settimana si lavora sempre per quell’obiettivo". I
taliano felice e paladino del turnover. Fin qui, tra campionato e Champions, sei formazioni iniziali diverse in altrettante partite. Ma sarà bene abituarsi in fretta: a A Firenze lo ha fatto per 141 volte consecutive. Succederà anche in questa stagione col Bologna impegnato su tre fronti. "Ora comincia una nuova fase della stagione in cui io e il mio staff dovremo essere bravi a scegliere, di volta in volta, i giocatori che fisicamente stanno meglio", annunciò prima della trasferta di Como. Turnover vuol dire tanti attori in campo, senza che un muro invisibile separi protagonisti e comprimari. Nel dubbio il totale fa 24 rossoblù impiegati in questo primo scorcio di stagione tra campionato e Champions, dato che fa del Bologna la quarta squadra di serie A per attitudine al turnover, alle spalle di Venezia, Como e Fiorentina, tutte con 26 elementi scesi in campo, e a pari merito con Verona, Parma e Atalanta (chiude la classifica il Genoa di Gilardino, che fin qui ha chiamato in causa ‘solo’ 19 calciatori).
Si va dai 540 minuti, recuperi esclusi, dello stakanovista Freuler ai 14 di Cambiaghi: quelli che purtroppo il 18 agosto, al debutto con l’Udinese, gli sono bastati per procurarsi la lesione del crociato anteriore del ginocchio. Si fa prima a fare l’elenco, stringatissimo, di chi non ha messo piede in campo nemmeno per un minuto: Holm, Corazza e Dominguez, oltre ai lungodegenti Ferguson e El Azzouzi. Un dato che salta agli occhi è che il primo degli acquisti dell’ultimo estate in quanto a minutaggi figura solo al tredicesimo posto: parliamo di Miranda, che si è fermato a 225 minuti. Tempo e modo per ritagliarsi nuovi spazi però non mancherà per nessuno. Chiedere a Ravaglia, De Silvestri e Urbanski, a Monza titolari per la prima volta in stagione. E’, e sarà, il metodo Italiano.
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