Italiano, un coro di sogni. "E’ tutto davvero bello. Ma la strada resta lunga e il calendario è tosto»
Il tecnico si gode il momento d’oro: "Si è creata una chimica speciale con i tifosi". Sugli obiettivi: "La Champions? Se continuiamo così, possiamo divertirci...". Non manca una strigliata: "Sul 3-0 ci siamo rilassati e Zaccagni ha preso un palo".

La carica di Vincenzo Italiano, 47: il suo Bologna ora è quarto in solitaria (Schicchi)
Coro dedicato della curva e per tutta risposta pallone, come da rito scaramantico, calciato in curva: dopo i cinque calciati dal suo Bologna in fondo alla rete di Provedel. Il primo pensiero di Vincenzo Italiano nel dopopartita è per il popolo rossoblù, che ieri al Dall’Ara ha vissuto una domenica di autentica estasi. "Il coro per me dei tifosi? – dice il tecnico rossoblù –. Bello, un grande motivo di soddisfazione: ma è bello tutto quello che si è instaurato tra i nostri tifosi e la squadra. Ogni volta arrivare allo stadio è uno spettacolo e io voglio ringraziare di cuore questa gente che ci sta sempre così vicino: il loro affetto è una responsabilità in più che avvertono i miei giocatori quando vanno in campo".
Responsabilità ricambiata con una prestazione mostruosa. Che faccia ha l’allenatore di un Bologna che infila la quarta vittoria consecutiva e che vola verso una posizione di classifica che può voler dire di nuovo Champions League? La faccia di uno che non si esalta per aver stravinto il primo spareggio e che preferisce tenere la testa fissa sull’obiettivo finale. "Oggi iniziava un ciclo di partite toste – dice Italiano – e ci tenevamo a cominciare bene contro una squadra in forma e pericolosa come la Lazio. Questa vittoria nasce dal lavoro che abbiamo fatto durante la settimana: l’abbiamo preparata nel migliore dei modi. Quando i ragazzi non sbagliano nulla sono questi i risultati che possono venire fuori". E ancora: "Ora la classifica è bella ma abbiamo un calendario tosto e la strada è ancora lunga. Non lo dico per spegnere l’entusiasmo, lo dico perché oggi è giusto gioire ma da qui alla fine, con gli avversari che affronteremo, dovremo sudare ancora tanto".
C’è un altro passaggio della conferenza stampa di Italiano che la dice lunga sull’attitudine dell’allenatore a tenere sempre la testa abbassata sul manubrio senza concedersi a voli pindarici. "Sul 3-0 ho visto da parte di qualcuno dei miei giocatori abbassare un po’ la concentrazione – dice Italiano –. E questa cosa non deve mai succedere, perchè se il tiro di Zaccagni anziché colpire il palo fosse entrato...".
Vincenzo è un martello: ma è precisamente ciò che serve per arrivare in fondo a una stagione che già così com’è appare sfavillante. Mezza concessione all’ottimismo: "Se ripeteremo prestazioni come queste da qui alla fine qualche soddisfazione potremo togliercela". Poi l’elogio del gruppo: "Quando si parla di squadra non si parla soltanto dei sedici che scendono in campo. Qui quando si festeggia un gol festeggiano tutti, anche quelli che stanno in panchina. In questo gruppo quando sono arrivato ho trovato grandi valori: tutti si aiutano, tutti si volgiono bene. E questa unione porta i suoi frutti sia nel lavoro settimanale che in partita".
Italiano, da allenatore, la Lazio in carriera l’aveva battuta una sola volta: ieri non solo l’ha battuta, l’ha letteralmente demolita. "Conoscevamo la forza dei nostri avversari e siamo stati bravi a contrastarli nelle situazioni di gioco in cui di solito si rendono pericolosi – conclude il tecnico –. In più oggi siamo stati efficaci dopo i recuperi palla, cosa che non sempre abbiamo fatto nelle precedenti partite". Tu chiamala, se vuoi, perfezione.
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