L’ex bomber: "Molti si devono ancora ambientare. Così è dura». L’affondo di Bazzani:: "Mancano i ’nuovi’»
Il Bologna naviga a due velocità: bene in Champions, in ritardo in campionato. Bazzani invita all'equilibrio e sottolinea la necessità di migliorare sotto porta. Prossimo test contro il Milan.
"In Champions il Bologna ha fatto benino, se non bene. E’ in campionato che è in ritardo. Tanto noi quanto loro dobbiamo imparare a scindere le due cose e a passare da una competizione all’altra, anche nei commenti".
Fabio Bazzani invita all’equilibrio: "Con Liverpool e Aston Villa hai perso con squadre più forti, provando a giocartela. La tua Champions passa dal Dall’Ara con Monaco e Lille". E’ in campionato che il piatto piange: "I due di Genova gridano vendetta, con il Parma sei stato in superiorità numerica per un tempo e dovevi trovare il modo di portarla a casa. Ma in questo momento il Bologna non ce la fa".
Il motivo? "Ti stai appoggiando a quelli della scorsa stagione, ma non hai più giocatori importanti di quel gruppo e non hai Ferguson. Dai nuovi non hai avuto molto e sono buono. Alcuni hanno avuto infortuni o sono arrivati in precarie condizioni, altri si devono ancora ambientare. Così è dura".
Serve un passo avanti da parte dei calciatori, soprattutto sotto porta: "Se l’allenatore a Genova ha provato qualcosa di diverso con Odgaard dietro Castro significa che si è accorto che oltre a essere più freddi nella conclusione bisogna alzare l’indice di pericolosità e cercare nuove vie, non solo sull’esterno. Ma la finalizzazione spetta ai calciatori: la guida tecnica può essere chiamata in ballo per proposta e modalità di proporre e sta già cambiando qualcosa, ma non sul resto".
A quattro punti dall’Europa e a tre dalla zona retrocessione, il Bologna è atteso ora da un match spartiacque con il Milan: "Sarà un match molto pesante e sono convinto che il Bologna possa farlo bene, perché i rossoneri hanno potenziale offensivo, ma concedono, non sono ancora solidi e non si chiudono come Udinese o Parma. Serve un segnale dai nuovi, da Dallinga in primis, poco cattivo, poco sicuro e poco tranquillo, ancora in punta di piedi".
Marcello Giordano
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