Maietta, album di famiglia. "Io, tra la folla rossoblù. Che emozioni a Empoli. Così torniamo in Europa»
"Non potevo mancare: vorrei andare in Piazza Maggiore con mio figlio..." .

"Non potevo mancare: vorrei andare in Piazza Maggiore con mio figlio..." .
Ha contribuito in maniera determinante a riempire Piazza Maggiore di tifosi, con la promozione del 2015. Lui, Domenico Maietta, ex difensore e capitano rossoblù classe 1982, è sempre stato abituato a stare sul campo e sul pullman dei protagonisti.
E’ passato dall’altro lato: da quello di chi macina chilometri per seguire la squadra dagli spalti: "Sono andato a Empoli con alcuni amici. Ho vestito anche con la maglia dei toscani, ma tutti sanno da che parte sta il mio cuore".
E allora eccolo in tribuna al Castellani: "Ma era come essere in curva. In curva al Dall’Ara, 5mila bolognesi in trasferta sono stati qualcosa di impressionante. Io non li avevo mai visti, e che carica". Il sogno è tornare in piazza: ma con suo figlio, a festeggiare da tifoso tra i tifosi.
Domenico Maietta emozioni?
"Tante e forti. Al Castellani c’erano bolognesi ed empolesi insieme, tanti bambini, una giornata di sport fantastica. E un fantastico Bologna, la squadra che gioca meglio di tutte. Puro spettacolo calcistico".
Empoli rinunciatario o troppo Bologna?
"L’Empoli l’ha data un po’ per persa, ha rinunciato a tanti giocatori pensando al Cagliari e alla salvezza, perché sapeva che sarebbe stato difficile sulle due gare, ma dire che ha rinunciato a giocare sarebbe troppo. E’ il Bologna che di questi tempi è troppo per la maggior parte delle squadre. Ne ha fatti cinque alla Lazio: è una goduria vera".
Cosa la sorprende?
"Un sacco di cose".
Partiamo dal campo?
"Meglio dall’ambiente, che è il segreto. Se il Bologna ora fa paura è perché tutti, anche a livello nazionale, si sono accorti che è la squadra con più vento in poppa anche da parte della propria gente. Bologna è zero polemiche e tutto entusiasmo, è una città che soffia alle spalle del gruppo e su un valore aggiunto così non può contare nessuno a parte i rossoblù. Bologna è un gruppo sano, in cui a parte poche eccezioni nessuno ha il posto assicurato e tutti danno l’anima per conquistare minuti con il sorriso sulle labbra, senza fiatare. Io una roba così non so se l’ho mai vista. Il lavoro di Sartori è anche questo, non solo nel comprare e vendere giocatori".
E il campo?
"Il Bologna è la squadra che gioca meglio in questo momento e che va più forte, in lotta Champions e praticamente in finale di Coppa Italia: io non lo avrei mai detto. Se Thiago ha fatto un lavoro eccezionale, Italiano sta facendo un capolavoro. Bravo lui a correggere alcune lacune del suo gioco a Firenze capendo e sfruttando il materiale che ha trovato. La fase difensiva è straordinaria. E straordinario il gruppo nel rigenerarsi e seguirlo: non era scontato".
A proposito di gruppo: uno alla volta i nuovi acquisti, che stentavano all’inizio, stanno arrivando tutti.
"E’ un altro merito del gruppo sano, che non lascia per strada nessuno, aiuta e si aiuta a migliorare. E’ arrivato anche Dallinga, ora che ci si gioca tutto".
Crede nella Champions?
"Ci credo, ma riparliamone dopo Napoli, Atalanta e Inter, perché il calendario è tostissimo, sono davvero otto finali. Comunque in Europa il Bologna ci torna, da capire in quale competizione".
Se le dico Beukema e Lucumi?
"Se non è la miglior coppia di centrali del campionato sta quanto meno sul podio".
E lei a fine stagione dove si vede?
"Un anno fa mio suocero e mio figlio andarono a festeggiare la Champions in Piazza e io rimasi in casa con mia moglie e la piccola. Quest’anno chissà. Siamo in corsa per Champions e Coppa Italia... Ma non diciamo niente per scaramanzia".
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