Miranda non vede l’oro. "Bello vincere l’Olimpiade. Ma ora c’è solo il Bologna. Qui mi sento importante»

Il terzino classe 2000, di ritorno dal trionfo a Parigi con la Spagna, si presenta "Ho trovato un grande gruppo. La Champions? Adesso conta battere l’Udinese". Su Italiano: "Pezzella mi ha parlato a lungo di lui, sono pronto a imparare tanto".

di MASSIMO VITALI -
17 agosto 2024
"Bello vincere l’Olimpiade. Ma ora c’è solo il Bologna. Qui mi sento importante"

Il diesse Marco Di Vaio presenta Juan Miranda, fresco di oro olimpico (Schicchi)

Primo: attaccare. "Al Barcellona – dice Miranda – ti insegnano un calcio offensivo". Secondo: ricordarsi di difendere. "Quello l’ho imparato nella stagione allo Schalke", giura lo spagnolo. Terzo: correre e resistere agli urti. "La serie A è un campionato molto fisico e devo farmi trovare pronto". In realtà Juan Miranda dovrebbe essere il più pronto di tutto. Mentre i suoi compagni in rossoblù giocavano amichevoli in ritiro lui con la Spagna affrontava cinque sfide ufficiali alle Olimpiadi, tornando da Parigi con una medaglia d’oro al collo. E dunque ancor prima che cominci la stagione il classe 2000 di Olivares (Andalusia) ha già messo un trofeo in bacheca. Tra un mese salirà sul magico palcoscenico della Champions, ma domani spera di salire già sulla giostra della serie A, cosa che accadrà se Italiano gli darà subito quella maglia di terzino sinistro che nelle gerarchie è sua ma che da inizio ritiro è saldamente sulle spalle di Lykogiannis. "Io giocherei sempre – dice Juan col sorriso – ma le scelte di formazione sono nella testa del mister".

Lui invece era da tempo nella testa del Bologna. "Lo seguivamo da un bel po’ – dice il diesse Marco Di Vaio, al suo fianco nelle giorno della presentazione –. E lo abbiamo convinto con la Champions e un progetto interessante". Annuisce Miranda, che a giugno si è svincolato a parametro zero dal Betis e aspettava un’altra occasione importante all’estero, dopo essere andato via da casa giovanissimo per crescere nella Masia blaugrana (il vivaio del Barcellona), aver solo assaggiato la Bundesliga ed essere stato per quattro stagioni profeta in patria a Siviglia. "Il Bologna – dice – mi ha fatto subito sentire al centro del progetto. Nello spogliatoio ho trovato un grande gruppo e per esperienza so che avere un gruppo unito ti fa raccogliere dei successi. Quanto a Italiano, fin dai primi allenamenti ho capito che con lui si lavoro molto a livello fisico e tattico. Del resto me ne aveva già parlato molto il mio amico Pezzella". Il riferimento è a German Pezzella, il difensore argentino classe ‘91 che ha vestito per cinque stagioni la maglia della Viola e che prima di passare al Betis ha fatto in tempo a conoscere i metodi di lavoro del tecnico siciliano.

Lavorare sodo è il menù quotidiano che Miranda ha conosciuto nella sua prima settimana in rossoblù. Farlo con un oro olimpico sul comodino in teoria dà più spinta: ma guai cullarsi sugli allori. "L’Olimpiade è stata un’esperienza unica e indimenticabile e questo oro mi resterà per sempre – dice Miranda, che peraltro con la Spagna aveva già vinto l’argento a Tokyo 2021 – ma il calcio vive di presente e il presente adesso è provare a battere l’Udinese. La mia testa è solo alla prossima partita: alla Champions penserò poi". La testa è anche alle prime lezioni di Italiano sulla fase difensiva. "Ma faccio il difensore – osserva – e anche se mi piace attaccare so che il primo pensiero di un difensore è non prendere gol". Per approcciare nel modo giusto la serie A è un comandamento utile.

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