Bologna Fc, Nervo detta la linea. "Chi non è felice di restare può anche andarsene”

"Questo non è un luogo di passaggio, ma una società seria e ambiziosa. Ci sono le basi per conquistare l’Europa ed essere tra le prime otto. Se Orsolini e Dominguez non ci credono abbastanza, prendano altre strade"

di MASSIMO VITALI
13 luglio 2023
"Chi non è felice di restare a Bologna può anche andarsene"

"Chi non è felice di restare a Bologna può anche andarsene"

Bologna, 13 luglio – Linea dura con Orsolini e Dominguez. Fiducia a Motta, Sartori e Saputo. E obiettivo Europa. La ricetta di Carlo Nervo è un pieno di ottimismo sulla stagione che verrà: ottimismo che poggia sulle solide basi della stagione che il Bologna si è appena lasciato alle spalle.

Nervo, voto alla stagione rossoblù finita a maggio?

"I voti non so darli, ma se dico che è stata una stagione straordinaria non vado tanto lontano dal vero. Gioco, risultati, entusiasmo dei tifosi: di più non si poteva fare".

La nuova stagione comincia oggi col ritiro di Valles. A proposito: nostalgia dei suoi ritiri da calciatore?

"Nessuna. Con Ulivieri la settimana prima che cominciasse il ritiro mi prendeva il panico, perché sapevo quello che mi attendeva. Con Renzaccio a volte, sommando i due allenamenti, si poteva perfino lavorare otto ore al giorno: arrivavi a fine ritiro che non ti reggevi sulle gambe".

Ma poi quel Bologna in campo volava.

"Grazie all’allenatore e ai grandi campioni che quella squadra aveva: se penso che ho giocato insieme con Baggio, Signori, Andersson e Kolyvanov... A volte non mi sembra vero".

Oggi il rossoblù in grado di spostare gli equilibri forse è Arnautovic. Che però non è il centravanti ideale per Motta.

"Che Arnautovic sia un giocatore importante per qualsiasi squadra è assodato. Poi mi sembra un ragazzo intelligente, con i compagni perfino altruista. Pur con tutti i guai fisici che ha avuto il suo lo ha fatto. Se fossi nel Bologna andrei avanti con lui".

Nei panni del Bologna invece cosa farebbe con Orsolini e Dominguez?

"O un calciatore comincia a capire che il Bologna di oggi non è un luogo di passaggio, ma un punto importante di arrivo oppure è meglio lasciare libero ognuno di andare per la propria strada. Oltretutto stiamo parlando di giocatori sicuramente importanti per questa squadra ma non, con tutto il rispetto, di due fuoriclasse".

Teme una loro eventuale permanenza col mal di pancia?

"Non c’è cosa peggiore che rimanere se hai la testa da un’altra parte. Ognuno è libero di fare le scelte professionali che vuole, ma bisogna capire che questo non è più un Bolognetto: qui ci sono le basi per entrare stabilmente tra le prime sette-otto squadre della serie A".

Sartori però deve fare un mercato che ha come obiettivo un attivo di bilancio, secondo i desiderata di Saputo.

"Saputo in questi anni ha investito tanto e sicuramente qualche errore lo ha fatto, ma si è contornato di figure professionali di grande livello. Motta si è dimostrato un allenatore bravissimo, Sartori è uno dei big del mercato. Vedo tutti gli ingredienti per crescere ancora. E non sono il solo".

A chi si riferisce?

"Ai tifosi. Diecimila abbonamenti quando ancora la stagione deve cominciare sono un bel segnale di apprezzamento e fiducia".

Però comincia la stagione e l’unico volto nuovo è quello di Beukema.

"Intanto sono stati riscattati Posch e Moro, che si sono rivelate due pedine importanti. Beukema non lo conosco, ma mi fido di Sartori. E poi tutte le squadre oggi vanno in ritiro con un gruppo che il mercato rischia di modificare radicalmente nelle prossime settimane".

Quale obiettivo fisserebbe per l’anno che verrà?

"L’Europa. Mentalmente bisogna pensare che sia un obiettivo alla portata".

Nei suoi tredici anni di Bologna lei non è mai stato vicino a cambiare aria?

"Lo sono stato per due volte. Sono stato molto vicino al Parma, ma anche al Milan, dove non andai solo perché quando sembrava tutto fatto mi ruppi il crociato anteriore del ginocchio. Ma non me ne sono mai fatto un cruccio: a Bologna stavo da re. Del resto se guardo ai compagni di allora potevo solo essere felice di indossare quella maglia".

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