Odgaard, oltre al gol c’è più equilibrio. Il danese così copre le spalle a Castro
Il vichingo 1 L’unica nota positiva del pari di Genova, legata alla nuova collocazione di Jens che ha sfruttato la chiamata di Italiano
Che Italiano avesse in mente di cambiare il Bologna alla vigilia di Genova era emerso in settimana. L’idea, però, pareva destinata a essere rinviata o destinata a essere realizzata a partita in corso: "Dallinga e Castro? Mai insieme, per me sono due prime punte", aveva detto il tecnico alla vigilia di Marassi a domanda precisa se pensasse a un Bologna con il 4-2-3-1 in stile Fiorentina con Beltran e Belotti. Eppure li aveva provati.
Quello che non era stato considerato era la carta a sorpresa: Jens Odgaard. Carta vincente fino ai cambi e fino all’errore difensivo di Casale che ha riaperto la partita, bissata da quello che ha rovinato tutto. La gara di sabato lascia delusioni. Ma conferma allo stesso tempo che Italiano cerca nuovi equilibri. All’interno di questo percorso, la nota positiva, forse l’unica è proprio il danese.
Schierato sotto punta, alle spalle di Castro, ha trovato il primo gol stagionale: quello dello 0-2, che pareva aver chiuso la contesa. Stop di petto e tiro di controbalzo rasoterra, di esterno sinistro, a baciare il palo. Ma pure diversi strappi.
Un’intesa da rifinire con la punta argentina, che a Genova è apparsa meno al centro dell’azione offensiva e meno incisiva. In compenso, in un Bologna a trazione anteriore, ha ritrovato il gol Orsolini, in gol vicino alla rete in un’altro paio di occasioni.
E vicino al gol ci è andato pure Dominguez, che la rete l’aveva pure trovata: peccato per il tocco galeotto con la mano che ha portato all’annullamento del primo vantaggio. Qualcosa di nuovo Italiano lo ha provato e lo ha trovato, dovendo rinunciare a Iling-Junior, Ndoye e Aebischer, oltre a Erlic: con Freuler in mediana e Moro a far coppia con lo svizzero: niente Urbanski o Fabbian, in avvio.
Dentro Odgaard sotto punta, ad appoggiare Castro, per legare il gioco, per sfruttarne la fisicità e a far da sponda sulle palle alte. Il danese, fin qui, era stato provato da esterno, a destra (a Napoli a partita in corso e con il Monza dal primo minuto) e a sinistra (con il Como). Anche di punta, con l’Empoli, nel finale.
Al Ferraris è stato provato da seconda punta, a dimostrazione che Italiano pensa a un Bologna che possa uscire dal canovaccio del 4-3-3, data l’emergenza in mediana, aspettando Ferguson. E’ una mossa a sorpresa che aveva dato i frutti sperati, se è vero che il Bologna è crollato dopo l’uscita di Odgaard e di Orsolini, quando la partita pareva vinta.
E’ pure una mossa che conferma come se fosse arrivato un trequartista in estate, Italiano sarebbe stato probabilmente più contento e avrebbe ritenuto il Bologna più completo, anche se i conti e gli infortuni hanno poi portato a rivedere i piani con l’arrivo di Pobega. I conti ancora una volta non sono tornati a Genova come in precedenza. Anche per questo il tecnico ha cercato qualcosa di nuovo, trovando Odgaard.
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