Troppo Aston Villa, il Bologna in ginocchio

L’Inghilterra è ancora tabù per il gruppo di Italiano, McGinn e Duran nella ripresa puniscono gli emiliani. E sabato c’è il Milan

di Redazione Sport
23 ottobre 2024
La gioia di Jhon Duran dopo il raddoppio che ha chiuso la partita a Birmingham

La gioia di Jhon Duran dopo il raddoppio che ha chiuso la partita a Birmingham

dall’inviato

Gianmarco Marchini

BIRMINGHAM

Come un giovane elefante che deve imparare a muoversi: se lo metti all’interno di un negozio di cristalli, il danno è quasi assicurato. Così questo Bologna di Vincenzo Italiano: troppo poco sicuro di sé in questo momento per poter stare dentro un palcoscenico bello e impossibile come la Champions League senza il rischio di farsi male.

La sconfitta per 2-0 nel giardino dell’Aston Villa è un’altra picconata alle certezze già molto precarie dei rossoblù. Un punto su tre partite nell’Europa più nobile, per un bilancio drammatico che, abbracciando anche il campionato, sentenzia senza appello: una sola vittoria in undici gare stagionali.

Numeri che certificano tutte le difficoltà di un progetto tecnico stravolto dalla fuga di Thiago e depauperato dagli addii di Calafiori e Zirkzee.

Che sarebbe stato complicatissimo ripetersi, era scontato. Ma che si potesse finire così lontano da quella squadra che era tornata a far tremare il mondo, ecco questo non era proprio pensabile. Ora il problema non è tanto aritmetico: non si tratta di contare i punti che servirebbero per allungare il sogno Champions fino agli spareggi per gli ottavi. Sarebbe da folli disperdere energie in questi pensieri ora. La vera priorità è evitare di sconfinare nell’incubo di una stagione in cui il Bologna rischia di ritrovarsi lontano da tutto. Come in campionato, dove i rossoblù annaspano al dodicesimo posto e sabato attendono il Milan. Proprio l’ombra del Diavolo poteva condizionare Italiano nella scelta dell’undici da schierare ieri sera al Villa Park, nel difficilissimo equilibrio tra gestire le forze da doppio impegno e scongiurare figuracce in eurovisione coi Villans di Unai Emery, una delle squadre più in forma in Premier (quarti, a -4 dal Liverpool capolista) e a punteggio in Champions. In campo, però, ci è andato quasi il Bologna migliore, dove l’unica vera ’sorpresa’ di formazione è la scelta ancora una volta di Dallinga titolare al posto di Castro.

Come ad Anfield, questa scelta, manco a dirlo, non paga. L’olandesino si conferma poco volante: due palloni buoni e li scarica come stracci bagnati tra le mani del Dibu Martinez, portiere dell’Argentina mondiale. Il Bologna non sfigurerebbe neanche nel primo tempo che, infatti, riesce a chiudere sullo zero a zero, merito soprattutto dell’ombrello che Skorupski apre sulla pioggia di occasioni dei Villans.

Il problema resta sempre lo stesso: i rossoblù non segnano (zero gol in Champions) e inevitabilmente finiscono per prenderlo. A Liverpool era stato Salah a sigillare la gara al 75’. Ieri sono McGinn e Duran, nel giro di 9 minuti a chiudere la pratica: il capitano spacca la partita con una punizione beffarda, l’attaccante vince il duello tutto colombiano con Lucumi e fa 2-0. Non fosse per Skorupski, la notte sarebbe ancora più buia. L’incrocio dei pali colpito da Beukema nel finale sa solo di beffa per i tremila tifosi rossoblù che sugli spalti hanno dedicato uno striscione ai bolognesi alluvionati. Almeno loro, da applausi.

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