Un Bologna da far girare la testa: Ferguson e il volo di De Silvestri. I rossoblù ora vedono l’Europa
Una zampata dello scozzese e un’incornata in tuffo del capitano piegano il Frosinone (inutile il gol di Soulé). Ottavo risultato utile di fila e settimo posto con la Roma: la zona coppe si trova a -2. E la curva canta per Motta
Bologna, 23 ottobre 2023 – Come un tuffo pazzo di gioia nel mare a Ferragosto. Di testa, a braccia aperte. Con la felicità stampata in faccia. La faccia e il sorriso sono quelli di Lollo De Silvestri. E con lui, come presi per mano, volano una città intera e una tifoseria a cui, dopo anni di grigiore, quasi non par vero ora di veder splendere il sole così forte.
E, invece, è tutto reale: Bologna sta vivendo una nuova stagione. La parabola dolcissima di quel pallone inzuccato dal capitano è come un nastro che scorre e srotola i ricordi. Quattro anni fa, il Frosinone faceva a brandelli il Bologna di Pippo Inzaghi, la curva esplodeva in una contestazione pesante che Saputo sapeva contenere con la forza di una promessa: "Le cose devono cambiare e cambieranno".
Diamine, se sono cambiate. Via Inzaghi e dentro MIhajlovic: ecco, nella rivoluzione rossoblù griffata Thiago Motta ci sono anche le impronte di Sinisa. Le impronte di un gigante che ha contribuito ad alzare l’asticella a un ambiente che forse si crogiolava troppo nel calduccio del suo bunker senza rischi, ma anche senza sogni.
Quattro anni dopo, il Bologna e Bologna hanno messo la testa fuori: e il cielo sopra il Dall’Ara ha tutt’altri colori. Dalla tempesta all’azzurro che più limpido non si può. Guardando davanti, si vede un orizzonte bellissimo: instagrammabile, direbbero tanti di quei ragazzini che ieri gonfiavano lo stadio di entusiasmo (per la cronaca, quasi 27mila i presenti, tra cui anche il virtussino Achille Polonara). E proprio dalla curva parte il dito che indica un orizzonte preciso. "Thiago, portaci in Europa", canta la Bulgarelli, trascinando nel coro poi tutto il Dall’Ara.
Lui, Motta, si lascia finalmente andare, alzando i pugni al cielo e abbracciando qualunque forma di vita incontri nel tragitto dalla panchina al tunnel degli spogliatoi. Si ricomporrà poi nel post-gara, il tecnico italobrasiliano, richiamando tutti al suo governo del presente. Ma non cedere alla tentazione di sognare è davvero difficile. Già, perché questa squadra è arrivata all’ottavo risultato utile di fila.
In pratica: non perde mai, tolto il debutto contro il Milan quando Casteldebole era ancora tutta ruspe e polvere. Chiuso il cantiere di Sartori, sono iniziati i risultati. I pari pesantissimi contro Juventus, Napoli e Inter e le vittorie contro Cagliari, Empoli e ora il Frosinone. Un Frosinone che pure all’inizio ci ha provato con il pressing alto a spaventare i rossoblù. Ma ci vuole ben altro contro Aebischer e compagni. E, infatti, quasi in ciabatte, il Bologna in tre minuti piazza il doppio colpo: prima una zampata di Ferguson (19’), poi l’incornata volante di De Silvestri (22’), chiudono di fatto una pratica che, nella ripresa, il rigore di Soulè (ingenuo Beukema, un po’ troppo fiscale il Var) fa solo finta di riaprire.
Ci vuole ben altro contro questo Bologna fatto di sostanza e di idee: la miscela perfetta di Thiago. Il Bologna di tutti e non di qualcuno: al punto che Orsolini e Zirkzee possono serenamente prendersi un pomeriggio di doppi passi e colpi di suola in libertà. Tanto a correre e a far ammattire il Frosinone ci pensava Saelemaekers, un urugano di buone intenzioni al suo debutto da titolare. Non tutte gli sono riuscite. Ma per quello e per i gol di Orso e Joshua c’è il Sassuolo. Appuntamento a sabato.
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