Un Italiano di rabbia. "Perdere così mi fa male. Pagata a caro prezzo un’ingenuità da evitare»
L’analisi: "Con i ragazzi ne parliamo a ogni allenamento, a ogni riunione tecnica. Uno sbaglio del genere, restare in dieci, vuol dire di fatto regalare la partita. Nell’intervallo ho provato a dare equilibrio. Adesso pensiamo alla Champions".
Nell’analisi post partita di Vincenzo Italiano c’è un solo colpevole per lo scivolone dell’Olimpico: Tommaso Pobega. Innegabile che il prestito del Milan abbia firmato il suicidio perfetto lasciando la squadra in dieci. Però in quei 35 minuti affrontati in parità numerica il Bologna aveva già sofferto il ritmo e la qualità superiori mostrati dalla Lazio. Eppure: "Si sta male – dice Italiano –. Forse da fuori non si vede, ma perdere in questo modo mi fa male". E qui si vira fin da subito sulla doppia ammonizione che nel primo tempo ha lasciato la squadra in dieci. "E’ un’ingenuità che paghiamo caro – aggiunge –. Dispiace, perché Tommi (Pobega, ndr) stava vivendo un buon momento: ma rimanere in dieci nel calcio di oggi ti mette nella condizione di non poter reggere i ritmi degli avversari. Perché ti avvolgono, ti attaccano, mettono altre punte e diventa impossibile".
Ancora sul tema: "Io mi arrabbio, perché i ragazzi sanno che se c’è un errore che non dobbiamo commettere è proprio questo. Ne parliamo ad ogni allenamento, ad ogni riunione tecnica e prima di ogni partita: perché rimanere in dieci nel calcio di oggi vuol dire regalare la partita".
In realtà al Bologna era già successo in casa con l’Atalanta e stringendo i denti i rossoblù portarono a casa il pari. E quando al Dall’Ara col Parma i ruoli si sono invertiti, ovvero col Bologna in superiorità numerica, i rossoblù non avevano saputo perforare il muro di Pecchia. Va da sé che questa Lazio ha dimostrato di essere un carramato anche undici contro undici.
Italiano non è d’accordo: "Fino all’espulsione di Pobega la mia squadra mi era piaciuta tantissimo. Avevamo saputo ribattere colpo su colpo portando anche qualche pericolo verso la loro porta. Dopo tutto è cambiato e nell’intervallo mi è anche dispiaciuto togliere Orsolini e Karlsson, che avevano fatto molto bene. Ho cercato di riequilibrare un po’ la squadra inserendo due centrocampisti".
Ma il risultato è che a lungo andare il muro rossoblù si è sbrecciato. "Dispiace – sottolinea – perché mercoledì abbiamo una partita importante di Champions (col Lille, ndr) da giocare davanti al nostro pubblico e quando rincorri così a lungo l’avversario senza avere la palla tra i piedi fai una fatica enorme".
Il Lille, allora. "Avversario tosto, difficile: ma giochiamo in casa e ci teniamo a far bene". Probabilmente con Castro centravanti, se il centravanti che ieri si è sfiancato in un lavoro da mediano riuscirà a recuperare le energie da qui a mercoledì.
"Santi è forte – chiosa Italiano – e già oggi è un calciatore importante. Ma ha solo vent’anni ed enormi margini di miglioramento. Specie con la fame che dimostra di avere quando scende in campo". Rotta sul Lille: ma pensieri ancora al suicidio perfetto: "Siamo sulla strada giusta, dobbiamo solo continuare così. Ma senza fare errori di concetto come quello di stasera: perché poi si perde e si sta male".
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