Un Italiano serio. "Dispiaciuto per i tifosi, siamo delusi anche noi. Ci manca davvero poco»

L’analisi del tecnico: "Dobbiamo essere più precisi e concreti sotto porta". Poi si stizzisce sul paragone con Anfield: "Se tre giorni fa eravamo bravi,. ora dovrei perdere la fiducia? Mi sembra esagerato. Io non sono preoccupato". .

di MASSIMO VITALI
7 ottobre 2024
Vincenzo Italiano sconsolato: il suo Bologna non ha ancora vinto al Dall’Ara (Schicchi)

Vincenzo Italiano sconsolato: il suo Bologna non ha ancora vinto al Dall’Ara (Schicchi)

"E’ mancato il guizzo vincente, ma non sono preoccupato perché comunque creiamo tanto: dobbiamo solo migliorare la precisione e la concretezza sotto porta". Non se ne abbia a male Vincenzo Italiano: sono le cose che ripeteva spesso Roberto Donadoni, peraltro un ex cittì azzurro, quando di fronte a un Bologna incapace di far registrare progressi recitava la litania del "dobbiamo migliorare, dobbiamo crescere". Si cresce anche con un’idea di gioco più limpida e dominante: quella che si era vista, ed era stata ampiamente lodata, sul palcoscenico rutilante di Anfield e che purtroppo non si è vista ieri. Anfield è un fantasma che incombe sul post partita e si materializza quando un giornalista gli chiede se una prestazione storta come quella di ieri possa produrre un calo di fiducia. "Ad Anfield siamo bravi e tre giorni dopo dovrei perdere la fiducia? Mi sembra esagerato – dice visibilmente risentito –. Se la gente è delusa (il riferimento ai fischi che sono piovuti nel finale, ndr) mi dispiace: siamo delusi anche noi e sappiamo che dobbiamo lavorare per crescere in concretezza e precisione davanti alla porta".

Migliorare e crescere, crescere e migliorare. Toccherà provare a farlo da giovedì, alla ripresa degli allenamenti, in una Casteldebole spopolata dalle undici convocazioni in nazionale: non è il massimo della vita arrivare alla seconda sosta del campionato con un solo scalpo da tre punti, ovvero la vittoria sul campo del Monza. "Oggi è mancato davvero poco – rimarca il tecnico –. Urbanski e Castro sono andati vicinissimi a metterla dentro e a quel punto, se la palla fosse entrata, adesso faremmo altri discorsi. In più in un paio di circostanze i difensori del Parma hanno tolto palloni dalla testa dei miei ragazzi per una questione di centimetri...". Prova a consolarsi così il tecnico rossoblù: "Sono soddisfatto della prestazione, perché oggi non abbiamo subito gol e nonostante le cinque-sei rotazioni continuiamo a mantenere la nostra identità di squadra. Certo davanti alla porta dobbiamo fare di più, perché in rapporto a tutto quello che abbiamo creato fin qui nelle nostre partite al Dall’Ara (e il pensiero corre anche allo 0-0 con lo Shakhtar, ndr) abbiamo segnato davvero pochi gol". Viene fatto di chiedersi se questo non sia un limite strutturale di questo organico, in attesa che Dallinga dia segnali di vita. "E’ tornato da Liverpool con una caviglia malconcia – rivela – e ha potuto fare solo due allenamenti in cui non era meglio". Ecco perché il piano partita non prevedeva l’impiego dell’olandese. "Se nell’intervallo avessi saputo della superiorità numerica – dice Italiano – avrei fatto cambi diversi. Ho provato a vincerla mettendo due mezzali come Fabbian e Urbanski e dunque attaccando con cinque giocatori. Purtroppo non ci siamo riusciti".

Si dice comunque sereno. "Se la squadra non creasse occasioni allora sì che sarebbero guai. Sulla precisione e la concretezza negli ultimi sedici metri invece si può lavorare e sono convinto che arriveremo a far bene anche quello". Intanto si aspetta. "Aspettiamo i gol di Orsolini, come quelli di Ndoye", dice Italiano. E’ la classifica che nel calcio non può aspettarti in eterno.

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