Zauli, la fuga di Eriberto e la forza di Sinisa. Il Bologna a Venezia è un canale d’emozioni

Al Penzo gol diventati iconici, ma anche le immagini toccanti di Mihajlovic a bordocampo mentre combatteva la sua malattia

di MASSIMO VITALI
26 marzo 2025
Lamberto Zauli. A destra, Sinisa Mihajlovic. Sotto, il gol di ’Eriberto’

Lamberto Zauli. A destra, Sinisa Mihajlovic. Sotto, il gol di ’Eriberto’

Com’è triste Venezia. Triste come il Mihajlovic già consumato dalla recidiva della leucemia ma stoicamente tornato in panchina che l’8 maggio 2022, nella sala stampa del Penzo, ancora tramortito da un 3-4 assurdo, si lascia sfuggire una considerazione amarissima che è insieme un presagio di future sventure: "Forse facevo meglio a restare in ospedale..".

Ma Venezia per i colori rossoblù sa anche essere dolce. Alzi la mano chi non ricorda la corsa da centometrista di Eriberto, poi dichiaratosi Luciano, nel Bologna di Carletto Mazzone che il 31 ottobre 1998 al Penzo firma il gol del 2-0 con un gesto tecnico, ma soprattutto atletico, che i tifosi ancora oggi riguardano su Youtube stropicciandosi gli occhi al cospetto di cotanta esuberanza.

Potenza del Penzo, uno stadio che come tutta Venezia è costruito sull’acqua e precisamente sull’isola di Sant’Elena. Data di nascita il 1913, quando Bologna e Venezia avevano già cominciato a sfidarsi nel girone veneto-emiliano della 1° Categoria. L’ultima tessera in Laguna del puzzle di una storia ultrasecolare risale, per l’appunto, a tre anni fa. Il Bologna che riabbraccia in panchina un Mihajlovic prostrato da un mese di cure in ospedale per combattere il secondo round contro la leucemia l’8 maggio 2022 dopo venti minuti è già sotto di due gol (Henry e Kiyine). Orsolini, Arnautovic e Schouten ribaltano la partita come un calzino, prima che salga in cattedra l’arbitro Marinelli che s’inventa un rigore inesistente punendo un contatto regolarissimo tra Medel e Aramu. Dal dischetto lo stesso Aramu castiga Skorupski e la beffa arriva al 92’ col gol della staffa firmato da Johnsen.

Su quelle stesse zolle nel 1998 Eriberto Conceiçao da Silva, nome all’anagrafe mutuato da un contadino brasiliano prima del ‘coming out’ del 2002 che ne rivela età e identità reali (Luciano Siqueira de Oliveira era più vecchio di tre anni rispetto al fu Eriberto), fa qualcosa che resterà nella storia: una corsa a perdifiato di ottanta metri in cui sfugge a tutti i placcaggi e deposita in rete il gol del 2-0, chiudendo definitivamente il conto dopo la rete di Binotto. Sulla panchina del Bologna c’è Carlo Mazzone, su quella dei lagunari Walter Novellino.

Ci sono anche allenatori che si sono accomodati su entrambe le panchine. Alberto Zaccheroni, qualche anno prima, alla guida del Venezia dal 1990 al 1993, dopo aver conquistato in Laguna una promozione in B sperimenta le lune del presidente Maurizio Zamparini. E l’anno dopo eccolo in sella, per sole dodici giornate, nel primo Bologna di Gazzoni che prova invano a tornare in B al primo colpo.

Anche Pippo Inzaghi, nell’estate 2018, fa il salto dalla Laguna (dove lo aveva ingaggiato Tacopina) al Bologna: un salto nel vuoto. Un rossoblù che conserva ricordi dolci del Penzo è Lamberto Zauli. Il 23 settembre 2001, pochi giorni dopo essere diventato un calciatore del Bologna allenato da Francesco Guidolin (che a Venezia a 31 anni aveva chiuso la carriera da calciatore), nei minuti di recupero e su un campo reso impraticabile dalla pioggia il trequartista segna il gol dell’1-0 pescando una gemma dal fango. Avversario, con la maglia del Venezia, quel giorno c’è Fabio Bazzani. Quando si dice gli incroci del destino.

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