Delirio Inter, è in finale di Champions League dopo 13 anni. Lautaro Martinez stende il Milan

La sfida di ritorno finisce 1-0: basta un gol dell’argentino nel secondo tempo per chiudere i conti. Il 10 giugno a Istanbul l’ultimo atto contro Manchester City o Real Madrid

di MANUEL MINGUZZI -
16 maggio 2023
L'esultanza di Lautaro Martinez

L'esultanza di Lautaro Martinez

Milano, 16 maggio 2023 - Milano è nerazzurra. L’Inter vince anche il derby di ritorno e manda in orbita i propri tifosi: a Istanbul ci andranno gli interisti. Dopo tredici anni l’Inter tornerà a giocare una finale di Champions League con l’uno a zero della gara di ritorno che sancisce e suggella la netta supremazia nerazzurra al cospetto di un Milan mai realmente all’altezza. Pioli, sconfitto, chiede ai suoi di uscire a testa alta mentre i nerazzurri festeggiano la storia e sognano dopo José Mourinho e il triplete. Decide Lautaro con un sinistro ficcante nella ripresa.

Tanto ritmo nel primo tempo

Pioli finalmente riabbraccia Leao largo a sinistra, a completare il reparto Giroud prima punta con Diaz e Messias a supporto. Inzaghi conferma le indiscrezioni della vigilia, dentro Dzeko in avanti con Lautaro, mentre a centrocampo fuori Brozovic per far posto a Calhanoglu perno centrale. Prova a partire ancora forte l’Inter, come all’andata, con le incursioni di Dimarco a sinistra e su una di quelle c’è il destro di Dzeko con miracolo di Maignan, ma c’era fallo di Barella a centro area. I ritmi sono non intensi, di più, la posta in palio è altissima e l’energia di entrambe le squadre rende il derby piacevole agli occhi. Il Milan prova a prendere in mano la partita e lo fa con un sinistro di Hernandez che per poco non sorprende un disattento Onana. Fase centrale migliore per i rossoneri che alzano il baricentro con l’Inter intenzionata a gestire il doppio vantaggio senza scoprirsi più di tanto. Rischio nerazzurro al decimo con Onana che sbaglia l’uscita su un cross di Calabria e Giroud va di sponda per Tonali, ma c’è Darmian nel posto giusto. Il diavolo tenta il forcing per trovare un gol che riaprirebbe definitivamente i giochi: percussione di Tonali da cui viene smarcato Diaz che si divora il vantaggio con un succoso rigore in movimento. Onana para. I nerazzurri di Inzaghi decidono di agire in ripartenza, un po’ per scelta e un po’ costretti, ma i contropiede restano pericolosi e al 24’ c’è una doppia occasione con Dzeko e Mkhitaryan, ma il primo è murato e il secondo spara alto dal limite. Sale di colpi l’Inter verso il finale di tempo, sfruttando gli spazi in ripartenza che concede il Milan e la qualità dei mediani che sanno sempre come innescare la verticale. La vera grande occasione è però del Milan al primo intenso squillo di Leao. Il portoghese beffa prima Darmian e poi Acerbi, ma il diagonale sinistro sfila pericolosamente a lato del palo con i tifosi rossoneri che stavano già per esultare. Si resta pari. Ultime chance nerazzurre, perché il Milan si scompone troppo nell’ultima parte della prima frazione e l’Inter riesce a sfruttare le fasce e gli interstizi tra le linee. Anche i calci da fermo sono un fattore: punizione di Calhanoglu dalla trequarti, spizzata di Dzeko e miracolo di Maignan. E mentre l’Inter perde Mkhitaryan per un infortunio mscuolar,e dentro Brozovic, Lautaro ha l’ultima occasione del primo tempo con un sinistro dal limite che conclude la sua traiettoria alto sopra la traversa. Bel primo tempo, ritmi accesi e intensi, Turpin deve gestire una partita non semplice e ci sono lamentele da una parte e dall’altra. E’ il derby.

Decide Lautaro

Partita con ritmi alti anche ad inizio ripresa, il Milan prova ad attaccare, l’Inter ha qualità per le uscite dal basso e mettere in moto la velocità degli esterni, poi ci sono i falli, i contrasti, qualche botta che sprona Turpin a fischiare tra le continue proteste dei giocatori in campo. Animi accesi. La parità non si sblocca e la spinta propulsiva del Milan non è sufficiente per scardinare una situazione difficile e con due gol da recuperare. Servono le sostituzioni, ma la prima è per infortunio di Thiaw che lascia spazio a Pierre Kalulu. Non ci sono grosse occasioni da gol nei primi venti minuti del secondo tempo e sia Maignan che Onana restano inoperosi, perché le squadre si annullano a vicenda con l’intensità e l’aggressività necessarie in queste partite. Sono battaglie rusticane in ogni zona di campo. E’ allora Inzaghi a fare la prima mossa tattica, dentro Romelu Lukaku e Robin Gosens per Edin Dzeko e Federico Dimarco: l’obiettivo è dare freschezza in fascia e ancora maggior velocità nell’attacco alla verticale per il contropiede. Al Milan invece manca la qualità necessaria per sfondare ed incrinare la solidità nerazzurra, che non permette l’attacco dell’area alla squadra di Pioli. I minuti scorrono e c’è sempre meno tempo, ma è l’Inter a trovare la marcatura che chiude i giochi. L’azione, al 74’, si sviluppa insistita a sinistra dove Gosens è caparbio nel tenere vivo il possesso per Lukaku che è altrettanto bravo a servire Lautaro per il sinistro vincente che batte Maignan: 1-0 Inter e finale sempre più vicina. Pioli sceglie Origi e Saelemaekers per la mossa della disperazione a un quarto d’ora dalla fine, ma la qualificazione appare ormai compromessa. Infatti è ancora l’Inter ad avere una occasione in ripartenza con Lautaro ed è un colpo di reni di Maignan ad evitare il raddoppio. Il Milan si innervosisce e Krunic commette un brutto fallo su Calhanoglu accendendo ulteriormente gli animi, volano gialli per un parapiglia a centrocampo che Turpin fatica a sedare, i nerazzurri chiedono il rosso per centrocampista ma l’arbitro opta per l’ammonizione e il Var non interviene. A sette dalla fine uno stremato Lautaro chiede il cambio e scrosciano gli applausi di tutto San Siro per il numero dieci che lascia spazio al connazionale Correa per la passerella finale. I tifosi nerazzurri intonano il coro ‘chi non salta rossonero è’ ed è il segnale della fine. L’Inter batte il Milan due volte e vola in finale di Champions League. Appuntamento il 10 giugno a Istanbul contro la vincente di City-Real Madrid.

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