Kvara e Ronaldo, l’allievo e il maestro. Dai campi di Tbilisi a Euro 2024
Quando Khvicha era solo un ragazzino di 12 anni, Cristiano venne a Tbilisi per inaugurare una delle tante sedi della sua academy, sparse in tutto il mondo. Da qui una vera e propria ammirazione nei confronti del fenomeno portoghese
Roma, 27 giugno 2024 – L’allievo supera il maestro, o quasi. Di certo Kvaratskhelia deve fare parecchia strada per raggiungere i traguardi di un fenomeno come Cristiano Ronaldo, ma le loro storie si sono già incrociate in passato, lontano dai riflettori. Nel 2013, quando Khvicha era solo un ragazzino di 12 anni, Cristiano venne a Tbilisi per inaugurare una delle tante sedi della sua academy, sparse in tutto il mondo. Proprio in questa scuola calcio mosse i primi passi calcistici l’esterno del Napoli, che, all’epoca, difficilmente si sarebbe aspettato di diventare un simbolo per la sua nazione e di condividere il campo con i “mostri sacri” del mondo del calcio. Con il piccolo Kvicha, sono cresciuti nella stessa scuola calcio anche Davitashvili, Mekvabishvili, Kochorashvili e Chakvetadze, pilastri della selezione georgiana a Euro2024. Da qui una vera e propria ammirazione nei confronti del fenomeno portoghese, che negli anni è aumentata sempre di più, fino a raggiungere il culmine ieri sera, quando i due numeri 7 si sono incrociati in campo.
Una foto dell’epoca immortala Kvara e gli altri bambini insieme a CR7 ed è chiaramente tornata in voga dopo che la Georgia ha battuto il Portogallo per 2-0, regalandosi l’accesso agli ottavi di finale di Euro 2024, all’esordio in un torneo ufficiale. Una serata speciale per Kvaratskhelia, che ha anche segnato uno dei due gol decisivi per la vittoria della sua nazionale. Il numero 7 georgiano ha realizzato un altro sogno ieri, scambiando la maglia con Cristiano Ronaldo e immortalando il momento con una storia Instagram, con tanto di scritta “Dreams”, “Sogni”.
Nel post partita, secondo quanto riportato da OneFootball, Kvara ha parlato in conferenza stampa, spiegando le sue emozioni ai microfoni: “È il giorno migliore della vita di ogni georgiano. Chiunque è davvero felice, abbiamo fatto la storia. Nessuno pensava che potessimo battere il Portogallo, ma proprio per questo siamo stati ancora più bravi. Ci siamo solamente incoraggiati, dicendoci che potevamo farcela, che se ci fosse stato anche solo l’1% delle possibilità avremmo dovuto prenderlo. Lo abbiamo fatto e abbiamo mostrato a tutti che la Georgia ne è capace”.
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