Chi sono i migliori giocatori della Croazia a Euro 2024 e chi guadagna di più
Il tempo passa per tutti e forse per questa nazionale gli Europei rappresentano l’ultima chance di alzare un trofeo
La possibilità di sfuggire all’inevitabile scorrere del tempo è un’idea che ha mosso le grandi menti di filosofi e poeti. Da concetti e pensieri fino a ipotetiche teorie, versi e rime, in tanti e con ogni mezzo hanno cercato (e cercano) di arginare l’impetuoso avanzare dei giorni. Il tempo però agisce su tutto e tutti e non ne è esente nemmeno la nazionale della Croazia che si presenta a Euro 2024. La squadra di Zlatko Dalic, dal 2017 sulla panchina dei Vatreni (i focosi, ndr), è al suo sesto Europeo consecutivo, raggiunto grazie al secondo posto nel gruppo D appena dietro la Turchia. Modric e compagni arrivano dal terzo posto a Qatar 2022, dopo la sconfitta in semifinale contro i campioni dell’Argentina, senza dimenticare quello in Russia dove si arresero in finale alla Francia. L’ultimo campionato europeo, invece, si concluse prematuramente agli ottavi di finale con la Spagna che riuscì a imporsi 5-3 dopo i tempi supplementari. Una squadra che si basa sull’usato sicuro: Luka Modric, Marcelo Brozovic, Mateo Kovacic su tutti, oltre ai vari Kramaric, Perisic, Petkovic e Marko Pjaca dopo una buona stagione al Rijeka. Dunque, non cambiano i nostri “vicini” che seguiranno la stessa filosofia di sempre: tanta gestione palla, ritmo lento, aspettare il momento propizio tramite il fraseggio a centrocampo per imbeccare uno degli attaccanti. Il tempo però passa e dopo gli addi di Rakitic, Srna, Corluka, presumibilmente questo sarà l’ultimo europeo di Modric, ma anche tutti gli altri che hanno contribuito a scrivere una delle pagine più alte della storia del calcio croato stanno raggiungendo pian piano una certa età. Dopo varie competizioni, e quindi anni, in cui i ragazzi (diventati uomini) di Dalic sono spesso andati vicini a un’impresa, Euro 2024 potrebbe essere l’ultima vera possibilità di alzare un trofeo.

Decidono tutto i tre centrocampisti
Come detto, dalle parti di Zagabria le cose non cambiano. Come visto nell’ultima partita amichevole contro il Portogallo, il modulo di riferimento sarà sempre il 4-3-3. In porta c’è Livakovic, cliente che può diventare scomodo soprattutto in caso di rigori, ma ci arriveremo poi. Dietro Stanisic a destra non si tocca, anche lui ha giovato della cura Xabi Alonso a Leverkusen, poi per il posizionamento degli altri tre tutto dipenderà da Josko Gvardiol. Dalic preferisce utilizzarlo da centrale, per avere una maggiore solidità in mezzo, ma al Manchester City Pep Guardiola ne ha fatta una delle sue e gli ha ritagliato addosso il ruolo di terzino sinistro. Il ragazzone classe 2002 lo sta interpretando al meglio e non è da escludere che anche Dalic possa spostarlo in quel lato. Nel caso in cui Gvardiol dovesse agire da centrale ecco che la fascia la prenderebbe Borna Sosa, se invece dovesse giocare laterale ecco che in mezzo ci sarebbero Sutalo e Pongracic. Il centrocampo è il cervello e il motore della Croazia: Modric, Brozovic, Kovacic, sempre loro, un trio che si recita come una filastrocca. I tre che durante la partita possono benissimo avvicinarsi molto tra loro e iniziare un fraseggio interminabile che potrebbe portare gli avversari allo sfinimento. D’altronde, proprio questo cercano i Vatreni: di stanare i propri avversari col possesso palla. La necessità non è per forza quella di vincere nei 90 minuti o nei supplementari, perché poi si andrebbe ai calci di rigore e, come detto poco sopra, Livakovic si trasforma e come spesso capita a uscirne vincitrice sarebbero proprio gli uomini di Dalic. Non a caso, da quando c’è il ct classe ’66, la Croazia non ha mai vinto una sfida a eliminazione diretta nei 90’ e ne ha passate ben 4 ai rigori. Il punto interrogativo riguarderà le condizioni dell’ex Inter Brozovic, reduce dall’esperienza in Arabia Saudita: se il centrocampista non sarà fresco e pronto a reggere un torneo come questo allora anche il centrocampo potrebbe avere un anello debole e, in quel caso, sono dolori. Nei tre davanti Majer e Kramaric saranno le finte ali, visto che nella rosa l’unica vera ala è Perisic, che sono pronte ad abbassarsi vicino ai centrocampisti per toccare il pallone e partecipare alla manovra. Il riferimento offensivo sarà uno tra due vecchie conoscenze della Serie A: Bruno Petkovic o Ante Budimir, con il secondo il leggero vantaggio data la bella stagione all’Osasuna. La Croazia però potrebbe soffrire tanto questa mancanza di ali che possono saltare l’uomo con regolarità e la precisione negli ultimi venti metri spesso viene un po’ a mancare se l’uomo con il pallone non è uno dei tre centrocampisti. Si tratta pur sempre di una squadra da non sottovalutare e che è molto complicata da decifrare perché hanno già dimostrato ampiamente che con quel loro, ed è davvero solo “loro”, modo di giocare posso arrivare lontano.
Probabile formazione (4-3-3): Livakovic; Stanisic, Sutalo, Pongracic, Gvardiol; Modric, Brozovic, Kovacic; Majer, Budimir, Kramaric
L’uomo chiave: Luka Modric. Tutte le strade portano a Roma e tutti i palloni passano per Modric. Il cervello della Croazia è lui, per gli avversari mandarlo fuorigiri è la chiave anche se si tratta di un'impresa mica da poc.
Giovane da seguire: Josko Gvardiol. Il classe 2002 è ormai uno degli uomini di fiducia di Pep Guardiola al City e piano piano si sta adattando anche a fare il terzino sinistro, questo potrebbe essere l'Europeo della consacrazione tra i migliori difensori d'Europa.
Il più pagato nei club: Luka Modric (Real Madrid) 18,8 milioni di euro
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