Fiorentina, l'amarezza del giorno dopo. In campo scelte infelici, ma ha inciso anche l'attesa sul mercato

Responsabilità condivise da squadra, allenatore e società. Momento delicato, anche se la stagione è tutta ancora da giocare su tre fronti

di ALESSANDRO LATINI
19 gennaio 2024
Delusione viola, la Fiorentina perde con il Napoli nella semifinale della Supercoppa italiana

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Firenze, 19 gennaio 2024 - Il giorno dopo rimane in bocca quel sapore amaro tipico delle occasioni gettate al vento. La netta sconfitta della Fiorentina a Riyad contro il Napoli non era nelle previsioni. Anzi, al di là delle dichiarazioni di rito, c'era la sensazione diffusa che i viola potessero avere la meglio della malmessa squadra di Mazzarri. Così non è stato. Anzi. Tutt'altro. Seppure il risultato non nasconda tutta la verità. Ma poco importa oggi. I temi del giorno dopo sono fin troppo chiari. La scelta di continuare ad affidarsi al 4-2-3-1 con i soli Ikoné e Brekalo a disposizione dal 1' e il continuare sulla strada del "tira chi se la sente" davanti a un calcio di rigore. Perché diciamocelo, se il rigore alla fine del primo tempo fosse stato messo dentro da Ikoné la partita sarebbe cambiata. Questo sul campo. Perché poi le responsabilità sono da condividere con la società. Il rettangolo verde ha detto che almeno un esterno offensivo sarebbe servito per questa sciagurata campagna araba. Al 19 gennaio il solo Faraoni non può bastare per rinforzare un organico che ha bisogno di trovare gol e assist. Partiamo dal campo. Italiano va avanti per la sua strada. Il 3-4-1-2 - che tutto sommato non era dispiaciuto contro il Bologna in Coppa Italia - sarà usato solo per le emergenze. Parola del tecnico, che ieri non si è scomposto nemmeno quando ha visto le note gara, con Mazzarri che chiaramente si era sistemato con la difesa a 3 (ma a tratti a 5). La Fiorentina è rimasta sorpresa, inutile negarlo. Gli accorgimenti sono stati tardivi perché l'imbucata centrale (non è purtroppo una novità) non è stata assorbita in un paio di occasioni prima del gol di Simeone. Poi è vero, la squadra ha tenuto tanto il pallone, ma è venuta fuori una partita come quelle di qualche tempo fa. Tanto possesso poco pericoloso. La questione rigori sarà probabilmente stroncata qui. Dopo gli errori di Bonaventura a Reggio Emilia e Ikoné a Riyad sarà ristabilita una gerarchia, fermo restando che già contro l'Inter tornerà Nico Gonzalez e la questione sarà chiusa. Ma la scelta di lasciare un po' in sospeso la decisione non ha pagato (o ha pagato solo in parte, col gol di Nzola contro l'Udinese). E il mercato? Detto che in tanti si aspettavano qualcosa di più celere, da oggi riprenderà a essere protagonista. Per Vargas serve uno sforzo, ma l'intermediario Alessandro Moggi è al lavoro per convincere Augsburg e Fiorentina a venirsi incontro. Rodri Sanchez, Ramazani e Gil restano al momento solo delle alternative. Sembra da escludere l'arrivo di un centravanti, con Kean ormai diretto a Madrid sponda Atletico. Resta in sospeso la questione Dia, così come Belotti. Ma dovrebbe andarsene Nzola. Oggi non è un incastro semplice. 

Resta una stagione ancora completamente da giocare. Il quarto posto in campionato da difendere, la semifinale di Coppa Italia contro l'Atalanta da disputare e un ottavo di finale già conquistato in Conference League. Sono dati di fatto, frutto di un ottimo lavoro svolto fin qui. Ma a Riyad qualcosa è mancato. In campo e dal mercato. Ammetterlo non è peccato. Alessandro Latini

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