Hamrin, mito e ricordi. "Io, papà e i fiorentini. Firenze mi ha aiutato»

Il grazie di Piero, figlio di Kurt: "Non ci siamo mai sentiti soli". Poi un aneddoto: "Il panorama della città ha lenito il mio dolore".

di GIAMPAOLO MARCHINI -
10 febbraio 2024
"Io, papà e i fiorentini. Firenze mi ha aiutato"

"Io, papà e i fiorentini. Firenze mi ha aiutato"

Travolti da una ondata d’amore, come solo i tifosi viola sanno fare. Ma la famiglia di Kurt Hamrin è stata circondata dall’affetto incondizionato anche di chi ha solo sentito parlare delle gesta dell’Uccellino. "Non ci siamo mai sentiti soli", conferma Piero Hamrin, primogenito maschio, terzo dei cinque figli del campione viola.

Si aspettava tutto questo?

"Speravamo che ci fosse questa emozione e commozione, ma non ne sei mai sicuro, anche se hai la percezione dell’affetto che ti circonda. E che ha sempre circondato la nostra famiglia".

Vuole ringraziare le tante persone che hanno reso un po’ meno tristi queste giornate difficili e cariche di emozione?

"Assolutamente sì. La lista è lunga, ma ci tengo perché davvero sono stati tutti molto importanti".

Da chi iniziamo?

"Dai tifosi in particolare e i fiorentini in generale che hanno risposto in maniera straordinaria. Come la società Fiorentina, con il presidente Commisso in testa, il dg Barone che fin da subito insieme ad Alessandro Ferrari (il responsabile della comunicazione, ndr) si sono messi a disposizione, dandoci la possibilità di allestire la camera ardente allo stadio. Un grazie anche a padre Bernardo Gianni per le parole pronunciate durante il funerale. Poi tutte le autorità cittadine intervenute, dal sindaco Nardella al presidente Giani, fino all’ambasciatore di Svezia, Jan Björklund, la console Livia Frescobaldi, oltre ai vertici della federazione scedese. Poi il 7Bello (qui la voce si rompe, ndr), senza voler togliere qualcosa agli altri. Ma il legame con papà era doppio. Poi tutti gli amici di famiglia che hanno riempito le nostre giornate".

C’è una persona speciale che merita due parole.

"L’ho lasciato per ultimo, non per importanza: Moreno Roggi. Senza il suo aiuto e il suo conforto non sarei riuscito a fare tutto quello che ho fatto".

Lei aveva un rapporto speciale con Uccellino.

"Con papà ci intendevamo subito senza parlarci. Un legame unico, come con Firenze. Le confesso una cosa".

Prego.

"Quando mi hanno chiamato dalla clinica non sono riuscito a vederlo vivo per l’ultima volta. Un dolore immenso che si è lenito solo guidando per Firenze: di notte è unica. Ha tutto un altro fascino, mi è venuto spontaneo, come faceva papà. Con la mamma si sono innamorati della città proprio per la sua bellezza che hanno visto per la prima volta venendo da Padova. Non c’era l’autostrada allora, ma solo la Bolognese. C’è un punto dove si apre il panorama su Firenze. Mi è venuto spontaneo passare da lì...".

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