Il momento della squadra e la sfida di domani. Il frigo? Forse è pieno. Ma la corrente non c’è

Firenze piange una tragedia e la Fiorentina vive un momento critico: infortuni, scarsi risultati e tensioni interne. Il futuro dipende dall'orgoglio e dalla determinazione del team.

17 febbraio 2024
Il frigo? Forse è pieno. Ma la corrente non c’è

Il frigo? Forse è pieno. Ma la corrente non c’è

Oggi Firenze è in lutto. E non è semplice parlare di pallone. Il primo pensiero è per chi ha perso un padre, un figlio, un marito nella polvere di una tragedia senza senso. Il resto va preso senza fare drammi. Tutto è relativo. Firenze lo sa bene. Il momento della squadra di Italiano però è quello che è. Soluzioni? Beh, quelle devono venire fuori dallo spogliatoio. C’è qualcosa che non quadra. Quindi iniziamo a chiamare il tecnico del frigo, che sarà anche pieno, ma se non funziona la corrente c’è il rischio che tutta quella roba vada a farsi benedire. Evitiamolo. Adesso si va a Empoli. La inimitabile emozione della FiPiLi. Loro non sono il Bologna, però Nicola ha risistemato un po’ le cose e l’ambiente è carico, mentre Italiano passeggia nervoso sulla strada di un inizio 2024 depressivo.

Scriveremo tutti che la Fiorentina è davanti a un bivio. Un classico. Così come sono un classico i patti nello spogliatoio, le cene collettive dei giocatori, i confronti con i tifosi. Tutte cose viste e riviste, anche se il passaggio dai sogni Champions al rischio mediocrità è stato più veloce di Bolt: un lampo nel buio, un po’ come un gol di Nzola, ragazzone che nel frigo c’entra a malapena. E, comunque Nzola (Ndova) non sorprende come un Nico che non sembra Nico. L’infortunio è costato molto caro. Ma se Nico sparisce dal gioco chi è capace di far paura agli avversari? Mettici anche Arthur a mezzo servizio e la crisi esistenzial-contrattuale di Bonaventura e tutto il resto diventa noia. Tra l’altro il procuratore di Jack non è che abbia dato una grande mano al suo assistito dicendo che alla Fiorentina sono permalosi. Sono frasi segnate sul libro nero e ci sta che la prossima volta lo lascino fuori dal Viola Park. Che poi è come dire che non ci sono più le mezze stagioni, che Venezia è bella ma non ci vivrei, che Batistuta era più forte del Tanque Silva.

Bella scoperta. Eppure dobbiamo scappare da questa nebbia che ha cancellato sorrisi e certezze. Quindi dimentichiamoci un mercato a costo zero, la delusione manifesta del tecnico e Gudmonsson, ora trattabile (forse) al fantacalcio. Adesso è il momento giusto per capire se la roba in frigo sta andando a male oppure se oltre alla permalosità di qualcuno, c’è chi tira fuori quella medicina formidabile chiamata orgoglio.

Perché sennò finisce che è stato Nardella a dimenticarsi che Orsolini è mancino, un opinionista cattivo a sbagliare i movimenti del fuorigioco, le polemiche sullo stadio a confondere la squadra. Considerato il fatto che il calendario non permette di giocare sempre contro il Frosinone adesso c’è solo da dimostrare a chi vuole bene alla Fiorentina che questo sentimento è corrisposto. Sarebbe già un passo avanti.

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