L’affondo di Fabio Liverani. "La vittoria sul Milan fa morale. Eppure il cantiere resta aperto. Io come Adli? Non è regista...»

Il doppio ex analizza la sfida di domenica: "Palladino ha stravolto tutto: serve pazienza"

18 ottobre 2024
Fiorentina

Tifosi della viola che condividono momenti di gioia e sofferenza durante la partita

Lecce-Fiorentina giocata a carte scoperte. E se a mischiarle, prima, ci ha pensato Fabio Liverani, il croupier del centrocampo viola tra il 2006 e il 2008 nonché l’uomo che ha permesso al club salentino di ottenere due promozioni di fila dalla C alla A tra il 2018 e il 2019, c’è da scommettere che le previsioni non possano che rivelarsi azzeccate.

Si parte da Luca Gotti e Raffaele Palladino, gli allenatori: "Sono due tecnici a cui va dato tempo, anche se Gotti è sulla panchina dei salentini da più mesi e rispetto alla scorsa stagione non ha cambiato molto. La Fiorentina, invece, per me è ancora un cantiere aperto: ha stravolto tutto rispetto allo scorso anno e dunque è logico che il lavoro del nuovo mister vada aspettato".

Non bisogna dunque farci illudere dal successo sul Milan?

"Intendiamoci, la vittoria sui rossoneri ha fatto morale e classifica ma è più che evidente che l’allenatore stia ancora ricercando la fisionomia della sua squadra. L’idea iniziale del 3-4-2-1 è stata per il momento accantonata in favore di un 4-2-3-1 che a me personalmente piace di più. Solo il tempo però dirà se la Fiorentina può fare risultati con continuità con questo modulo".

Però la Viola vista col Diavolo ha riempito gli occhi.

"Una vittoria pesante, non scontata, quella col Milan. Uno di quei successi che fanno lavorare bene per tutte e due le settimane di sosta. C’era apprensione nell’ambiente attorno alla squadra, ecco perché i tre punti sono stati a dir poco una boccata d’ossigeno".

Adli, quella notte, ha incantato: si rivede in lui?

"No, abbiamo caratteristiche diverse. Lui non è un regista come lo ero io. Yacine abbina le due fasi al meglio, è un giocatore di temperamento. E poi fa pure qualche gol...".

Quelli che i tifosi sperano possano fare Kean e Gudmundsson: secondo lei, quanti?

"Sparo un numero: 25 in totale, contando sia il campionato che le coppe. Ce la possono fare. Kean a me è sempre piaciuto e penso che a Firenze abbia trovato l’ambiente ideale per esprimersi al meglio con continuità: può essere quel bomber tanto agognato che manca dai tempi di Vlahovic".

E sull’islandese?

"Si tratta di un uomo squadra vero: un professionista di altissimo livello. Mancava alla Fiorentina un giocatore così".

Col Milan Gud ha segnato un gol sotto gli occhi del suo ex compagno Mutu…

"Io non amo fare paragoni… ma se proprio devo avvicinare l’islandese a un calciatore del passato, be’, dico proprio Adrian. E questo sia per la qualità che per la posizione in campo. Con una specifica, però: ne ha di strada da fare Albert per arrivare al Mutu che Firenze si è goduta".

Chi deve temere del Lecce la Fiorentina?

"Krstovic, un giocatore davvero forte e scaltro. Se i viola, là dietro, abbasseranno l’attenzione anche solo per un attimo potranno essere dolori".

Andrea Giannattasio

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