Pagelle Genoa-Fiorentina: capolavoro De Gea, errore inspiegabile di Kouamé

Gosens: il gol è la logica conseguenza della sua intelligenza. Bove: dove lo metti, sta. E pure bene

di GIAMPAOLO MARCHINI
31 ottobre 2024
De Gea dopo la vittoria contro il Genoa (Foto Ansa)

De Gea dopo la vittoria contro il Genoa (Foto Ansa)

Firenze, 31 ottobre 2024 – Ecco le pagelle di Genoa-Fiorentina

De Gea 8,5 - Incredibile come nessuno si sia accorto (solo la Fiorentina) che è sempre un campione. Quasi inoperoso per 74’ minuti poi si prende la scena: intervento, con la I maiuscola che disinnesca Pinamonti, distendendosi sulla sua sinistra. Si ripete poco dopo ancora sul centravanti genoano. Ma il vero capolavoro è nel finale paratona mista di classe e intelligenza: mezzo passo prima di volare sotto la traversa e togliere il colpo di testa di Vasquez.

Dodò 6,5 - Più confusionario del solito, anche se non puoi fare a meno della sua spinta, perché quando alza i giri del motore ha pochi rivali. E’ stanchissimo, ma decisivo nell’anticipare Pinamonti e Bogliacco a due passi da De Gea nel finale. Mezzo punto in più.

M. Quarta 6 - Si rimette la maglia da titolare e si becca un giallo praticamente subito. Rischia tantissimo quando Ekhator lo sorprende passandogli davanti, ma per fortuna l’attaccante calcia alle stelle. Utile nel contrastare l’assalto finale degli avversari.

Ranieri 6,5 - Non si sottrae allo scontro fisico, rispondendo anche per le rime, come nella sua indole. Tiene la linea con sicurezza, cercando di alimentare l’azione offensiva quando la Fiorentina prova ad allungarsi. A fine partita non sbanda e non è poco.

Gosens 7,5 - Resta ingolfato nel primo tempo dalla densità della mediana che limita le sue sortite. Lo limita un po’ Sottil che spesso non chiude le triangolazioni che il tedesco detta. Ma dalla sua parte si può sfondare e il gol è la logica conseguenza della sua intelligenza.

Richardson 6,5 - L’airone muove le sue lunghe leve sempre con eleganza, ma bisognerebbe essere sportivamente cattivo. Lo fa con il passare dei minuti anche perchè la gara lo impone. Pattuglia la sua zona con diligenza pur non avendo il guizzo in verticale. Ma è utilissimo. Dal 63’ Adli 7 - Il suo ingresso aiuta a mettere ordine e lo fa alla sua maniera.

Bove 6,5 - Dove lo metti, sta. E pure bene, cercando di dare ordine a una manovra che per buona parte del primo tempo resta impacciata. Non per colpa sua. E’ decisivo nel gioco senza palla dove riesce a dare oggi il suo meglio. esce stremato. Dal 74’ Mandragora 6 - Al rientro dopo l’infortunio. Tiene la zona e dà presenza fisica.

Colpani 6 - Serata di sofferenza a sacrificio per il Flaco che avrebbe anche un paio di occasioni, ma la mira e la forza non sono dei giorni migliori. Non molla la presa anche nei corpo a corpo. Utile alla causa. Può fare di più. Il terreno non lo aiuta. Dal 74’ Ikone 6 - Partecipa alla lotta.

Beltrán 6,5 - Cerca di accendersi per trovare le sue giocate, salvo dover fare i conti con Badelj prima e Frendrup poi che stringe sempre sul Vikingo per non farlo partire. Ma si prende il proscenio con la sua qualità. Nasce da una sua intuizione il gol di Gosens. Dall'83' Biraghi sv.

Sottil 6,5 - Ingaggia un duello e scambi di colpi con Sabelli finendo per perdere energia e lucidità. Ignora spesso Gosens che fa il pendolino su quella fascia. Poi nella ripresa il cambio di passo: tiene sotto pressione la difesa. Almeno ci prova di più. Dall’83 Rubino sv.

Kouamé 5,5 - Non è Kean e si vede; nessuno gli chiede di esserlo, per altro. Ma di essere dentro al gioco sì. Staziona troppo lontano dalla sua zona che dovrebbe essere vicino all’area anche per dare un riferimento ai compagni, abituati ad avere un faro là davanti che li aiuta ad uscire dalle secche create dagli avversari. Quando può sfruttare la sua dote migliore, la corsa, si inventa una conclusione inspiegabile da metà campo.

All. Palladino 7,5 - Rimescola gli interpreti per le assenze, non l’essenza del suo gioco. Il Genoa si difende sempre sotto la linea della palla, con una linea a 5 davanti a Leali, ma non batte ciglio. Si affida ai suoi uomini di maggior classe aiutati dalla classe operaia (di lusso) che non lo tradisce. Arriva così la sesta che fa volare i viola.

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