Fiorentina, la chiave del successo contro il Napoli. Parisi e Kayode: il futuro sicuro

Vincenzo Italiano ha preparato la partita nei minimi particolari, i calciatori sono stati svelti nel recepire i concetti dati dallo staff tecnico

di ALESSANDRO LATINI
10 ottobre 2023
Parisi e Kayode

Parisi e Kayode

Firenze, 10 ottobre 2023 – Dopo una prestazione come quella contro il Napoli trovare la chiave del successo non è mai semplice. Vincenzo Italiano (seppure in un allenamento e mezzo) ha preparato la partita nei minimi particolari ed i calciatori sono stati svelti nel recepire i concetti dati dallo staff tecnico. In tanti hanno brillato. Quarta non è una novità. Valore aggiunto nella costruzione del gioco: piede e visione da centrocampista. Si è fidato dell’idea di Italiano che ha convinto tanti di poter essere decisivi. Prendete Bonaventura. A 34 anni insegna calcio su ogni campo d’Italia. È il centrocampista che ha partecipato a più gol (6, con 4 reti e 2 assist) in tutto il campionato. Mai avrebbe pensato di fare quel ruolo ibrido tra una mezzala ed un trequartista. Eppure proprio quel ruolo lo ha riportato in Nazionale.

Arthur ha dominato in mezzo al campo, Alfred Duncan ha confermato le belle prove delle ultime settimane. Ma pure uno come Jonathan Ikoné ha stupito tutti per l’applicazione senza palla. Con idee e convinzioni tutto diventa più semplice, persino andare a Napoli con due terzini che insieme fanno appena 41 anni di età.

La copertina di questo trionfo la regaliamo a loro, a Michael Kayode e Fabiano Parisi, che a pieni voti hanno superato un esame che non si annunciava per niente facile. Se oggi la Fiorentina guarda al presente ed al futuro con grande ottimismo, l’immagine giusta è proprio quella di questi due ragazzi.

Parisi, l’errore e la voglia di rifarsi

La partita di Fabiano Parisi è stata un concentrato di qualità. Quelle tecniche sono note, ha arato la fascia sinistra con continuità e ferocia. Ma ci ha messo molto di più. Un errore da matita rossa? Anche, ma per la reazione mentale che ha avuto nel secondo tempo è da considerarsi totalmente secondario.

E quella voglia di riprendersi tutto è stata impressionante. Il tocco di petto sbagliato poteva tagliare le gambe a lui ed al resto della squadra. Invece no. Paradossalmente gli ha fatto pure bene.

Ha iniziato la ripresa con ancora più grinta, spingendosi sul fondo in pieno recupero per confezionare a Gonzalez l’assist del 3-1. Che sia stato uno dei protagonisti lo dicono anche i numeri. E quelli non mentono mai. Ha giocato 77 palloni, una marea per un terzino. Li ha giocati con il 91% nell’accuratezza del passaggio. Vuol dire averne sbagliati un numero insignificante. Il suo flusso di gioco racconta anche di altro. Non si è limitato a fare il terzino classico, è riuscito spesso ad entrare dentro il campo. Interpretazione moderna chiesta da Italiano. All’occorrenza può giocare anche a destra, ma a sinistra è una delizia per gli occhi. Dopo una gara così, quell’errore non se lo ricorda più nessuno.

Kayode, riuscito l’87% dei passaggi

Si è scritto e detto tanto di lui nelle ultime settimane. Il grave infortunio di Dodo gli ha spalancato le porte verso un qualcosa che nemmeno poteva immaginare. Italiano se lo è costruito con calma. Lo scorso anno ci ha lavorato tanto senza nemmeno farlo mai esordire. Solo convocazioni e panchine, ma una marea di allenamenti in prima squadra. Dall’esordio di Genova alla notte del ‘Maradona’ non sono passati neanche due mesi, ma oggi Michael Kayode è già un valore aggiunto.

Il duello contro Kvaratskhelia era un esame universitario di quelli più tosti del corso di laurea. Eppure il temibile georgiano ha raccolto poco nel duello. ‘Kayo’ ha giocato una partita da grande anche nei numeri: 54 palloni giocati, con l’87% di accuratezza nei passaggi. Vuol dire averne sbagliati pochissimi. Partiaa che poteva essere macchiata dall’incomprensione con Milenkovic su quella famosa rimessa laterale. Messo lo spavento alle spalle ha ricominciato a macinare chilometri, tanto che ad un certo punto Kvara ha cambiato pure posizione. Di lì non c’era verso di passare. Attento, freddo anche quando pressato nella propria metà campo. La fascia destra viola con lui è al sicuro.

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