Bollicine Inter, Lautaro formato Europa. Un tris stende il Monaco, Inzaghi quarto

Grande prova dei nerazzurri a cui bastava solo un punto. Il ’Toro’ sempre più trascinatore, volo agli ottavi con le massime ambizioni .

di MATTIA TODISCO
30 gennaio 2025
Lautaro Martinez, 27 anni: il capitano nerazzurro si è preso la scena in una serata che ha visto l’Inter non risparmiarsi anche se bastava un punto

Lautaro Martinez, 27 anni: il capitano nerazzurro si è preso la scena in una serata che ha visto l’Inter non risparmiarsi anche se bastava un punto

L’Inter pragmatica, quella che in Europa aveva nascosto il suo volto macinando 1-0 con la forza della difesa, aspetta l’ultima del girone di Champions League (chiuso al quarto posto) per innescare la modalità champagne. Annichilisce il Monaco, un 3-0 che va quasi stretto, e conquista ben più del punto che sarebbe stato sufficiente per arrivare direttamente agli ottavi. Si garantisce così di non disputare i fastidiosi playoff, piazzati in due slot infrasettimanali con nel mezzo il derby d’Italia. Era quel che Inzaghi voleva. Un’intenzione ancor più chiara alla lettura delle formazioni. Le prove del martedì vengono ribaltate come un calzino nell’allenamento della mattinata di ieri, che trova conferma nell’undici iniziale: dentro i titolari, anche a costo di rischiare i diffidati Dumfries e Barella.

L’Inter centra l’obiettivo nella maniera più netta, rapidamente quanto inesorabilmente. Quattro minuti sono sufficienti per mettere la prima tacca, un rigore conquistato da Thuram e realizzato, col brivido, da Lautaro. I monegaschi, seguiti in “piccionaia“ da un migliaio di tifosi, hanno limiti organizzativi in difesa che l’Inter mette più volte a nudo. Troppo alta la linea a quattro, tagliata a fette da Dimarco, poi da Thuram altre due volte, l’ultima delle quali con Mawissa che ricorre alle maniere forti e si becca un rosso diretto per aver sventato una chiara occasione da rete. Ed è soltanto il 12’. Quattro minuti dopo Lautaro fa già 2-0, confermato dal Var dopo lungo check per un possibile offside. È allora che Hutter toglie l’atteso Akliouche inserendo Caio Henrique, piazzato a sinistra per rimpiazzare il compagno espulso. Il 4-4-1 continua però ad essere incredibilmente debole sugli esterni, dove Dumfries e Dimarco dominano a piacimento, arrivando addirittura in due contro uno davanti a Majecki (spreca il mancino azzurro col piede debole).

Il primo tempo si chiude con dati eloquenti in ogni settore, a partire da un possesso palla al 66%, con l’avversario senza tiri in porta a favore. Ce n’è abbastanza per il campanilismo sugli spalti, coi tifosi che volgono lo sguardo ai maxi-schermi e sottolineano con approvazione i gol della Dinamo Zagabria al Milan. Il Monaco, da par suo, si limita al contenimento del danno. Concede altri due inserimenti in verticale a Pavard e Barella, a cui manca l’acuto, attendendo che l’orologio li avvicini alla fine dell’agonia. Majecki, portiere biancorosso, prende addirittura tempo su una rimessa dal fondo, nonostante i due gol di svantaggio. Inzaghi si adatta tirando fuori Bastoni, Barella e Thuram in ottica derby. Non è ancora il quarto d’ora della ripresa.

La festa è completa quando Lautaro segna il 3-0 su ribattuta e lascia il campo a Giacomo De Pieri, guizzante esterno offensivo del 2006, gioiellino della Primavera. Esulta molto meno la controparte: con i cambi già terminati, Teze lascia il campo in barella e la squadra in nove. Gli ospiti sì, che andranno ai playoff.

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