I tormenti di Zhang. Inter-Pimco in bilico. Sprint per chiudere
Steven Zhang sta affrontando difficoltà nell'accordo per il finanziamento della Inter, ma punta a una gestione più stabile e sostenibile. La società mira a crescere sportivamente e commercialmente, con progetti di rinnovo e acquisti mirati in vista della prossima stagione.
Il momento della verità sta per arrivare. La strada sembrava tracciata: Steven Zhang era dato a un passo dalla chiusura dell’accordo con Pimco per un finanziamento da 430 milioni di euro con il quale avrebbe estinto il prestito ricevuto tre anni fa da Oaktree (250 milioni che con gli interessi arrivano a 385 e vanno versati entro lunedì 20 per non perdere le quote in pegno) e rilanciato il progetto Inter, senza passare il timone del club. Sul filo di lana, però, sono emerse delle difficoltà a cui le parti stanno lavorando per evitare di mandare tutto in fumo. La strategia di Zhang è chiara: rimandare al 2027 la deadline di un nuovo prestito e nel frattempo lavorare all’ingresso di nuovi investitori, al fianco o al posto di Suning, anche perché da società coi bilanci in rosso l’Inter dovrebbe passare a una situazione più stabile. L’esercizio che chiuderà al 30 giugno, se tutto andrà come sperano in via della Liberazione da qui a lunedì, dovrebbe avere un passivo non superiore ai 40-50 milioni di euro, in miglioramento rispetto agli 85 del giugno 2023. Nell’estate dell’anno prossimo, con la nuova Champions, il Mondiale per club e le sponsorizzazioni in forte crescita, il segno meno potrebbe sparire e non è escluso che ci sia un più.
Il fatturato oltre i 400 milioni segnato nel 2019, quando senza la pandemia di mezzo il club sarebbe probabilmente arrivato al break even cui oggi aspira, è tornato oggi agli stessi livelli e andrà anche ben oltre grazie alla crescita sportiva e commerciale della società. Il Covid ha però costretto la proprietà a lavorare su operazioni come quella con Oaktree o il bond emesso con scadenza nel 2027, che a differenza del finanziamento ricevuto dal fondo americano (o anche quello eventuale con Pimco) è a carico del club e non della controllante. Non avere però perdite strutturali consente di essere molto più appetibili per chi vorrà prendersi l’onere di succedere a Suning o di affiancarsi ai cinesi, perché una volta pagato l’ammontare “fisso“ non ci sono alle viste altri pesanti rossi da coprire, se si continuerà a lavorare sull’onda della sostenibilità. Ed è proprio quello che la dirigenza sarà chiamata a fare, una volta di più. Chiuso il capitolo societario, infatti, si comincerà a lavorare sui rinnovi di Inzaghi, Lautaro, Barella, sugli acquisti a zero di Taremi e Zielinski. "Siamo orgogliosi abbiano scelto noi", ha detto ieri Baccin confermando che la dirigenza è molto avanti anche per i prolungamenti del capitano argentino e del vice-capitano.
In aggiunta, quando si arriverà a fine campionato, si proverà a prendere Bento come portiere di riserva coprendo l’unica casella in cui ad oggi la rosa non ha un giocatore di proprietà, visto che Audero è in prestito con diritto di riscatto (che non dovrebbe essere esercitato). Grazie ai giocatori oggi in prestito come Vanheusden, Satriano, Zanotti, Valentin Carboni, Oristanio dovrebbero arrivare i fondi per acquistare non solo l’estremo difensore brasiliano (il cui cartellino dovrebbe valere una ventina di milioni) ma anche un attaccante al posto di Arnautovic. Cedere l’austriaco e il rientrante Correa sarà uno dei compiti più ardui, visti gli ingaggi dei due, ma Inzaghi spera di poter avere Gudmundsson in regalo e deve per forza fare spazio, considerati i nodi legati alle liste Uefa. Non è escluso nemmeno che possa arrivare una quinta punta, ma per averlo a disposizione in Champions dovrà essere un elemento cresciuto nel vivaio.
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