Inter al ritmo delle stelle. Pari d’oro, City bloccato. Lautaro: prima da riserva

Gara ricca di emozioni a Manchester, ma senza reti: esordio ok per Inzaghi. Il Toro entra solo nella ripresa, nerazzurri subito sintonizzati sulla Missione Europa.

di MATTIA TODISCO -
19 settembre 2024
Pari d’oro, City bloccato. Lautaro: prima da riserva

Simone Inzaghi, 48 anni, e Pep Guardiola (53): Inter e City hanno dato vita a una partita di grande intensità

Sa di un sapore diverso, il pari d’Europa, rispetto a quello di campionato. Scialbi a Monza, non a Manchester, i campioni d’Italia si prendono il primo punto nella nuova Champions con lo 0-0 dell’Etihad. Non mancano le opportunità per colpire, da ambo le parti, ma c’è giustizia nella parità, poco cambia se con gol o meno.

Già dai primi scambi l’Inter, le cui future leve sbancano Manchester 4-2 in Youth League, dimostra di sapere come far male. È una capacità che resta potenziale, allorché a Thuram resta il colpo in canna, tra conclusioni centrali e destri strozzati. Taremi non tira, in compenso fa sì che i compagni lo facciano spesso. In mezzo Barella ramazza palloni e li gioca con estrema lucidità. Di beccare lo specchio, però, i nerazzurri non vogliono saperne e qualche fantasma si materializza quando il duo Savinho-Haaland replica l’azione con cui Izzo e Dany Mota hanno appena trafitto Sommer a Monza: l’inzuccata, per fortuna, finisce tra i guantoni dell’elvetico. Al passare dei minuti corrisponde la progressiva crescita dei Citizens, che aumentano il numero dei tentativi, imitando gli avversari nella mira (in particolare Silvinho con un mancino sbilenco). Non è una pressione che cancella gli ospiti dal campo. Quando può, l’Inter punzecchia. Thuram ciabatta ed è un problema perché le occasioni migliori capitano a lui, una gliela recapita Zielinski dandogli tanto spazio per calciare un piattone che non passerà agli annali. Tutto sommato, è emblematico che la prima parata vera di Sommer arrivi al 43’ fermando De Bruyne in uscita bassa.

Guardiola ha dalla sua campioni che spuntano dalla panca, due li manda in campo dopo l’intervallo (Gundogan e Foden per Savinho e De Bruyne). Come nel primo tempo, il primo squillo è nerazzurro: all’involato Darmian manca qualche cavallo nel motore per arrivare al traguardo. Cambia anche Inzaghi, è il momento di Mkhitaryan e Lautaro per Zielinski e Thuram. Quindi di Pavard e Dumfries per Bisseck e Darmian, una rivoluzione a destra per provare a spegnere i fuochi di un City che ritrova una nota nella cronaca a proprio favore, con una danza nello stretto chiusa da Foden tirando addosso a Sommer. Come detto, anche quando l’avversario avanza, l’Inter non arretra. La chance per il folletto inglese è grossa, quella che capita a Mkhitaryan non è da meno (destro alto su traversone di Dumfries). Nei dintorni del 90’ e oltre, il City si affaccia ancora, di testa con uno dei più piccoli in campo, il figliol prodigo Gundogan appena tornato da Barcellona. Per due volte spaventa l’Inter, ma non la punisce. Al derby, con San Siro sold out, i nerazzurri ci andranno col morale alto.

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