Inter, campanello d’allarme. Inzaghi alle contromosse
Per la prima volta due gare di fila in A subendo gol e c’è un calo di ritmo. Le punte di riserva continuano a non convincere, ma non ci saranno ritocchi.
Non può esserci cielo grigio laddove si guarda tutti dall’alto. Nell’Inter campione d’inverno, svettano i motivi per sorridere: in testa al giro di boa del campionato, miglior attacco e miglior difesa del torneo. Eppure sarebbe da stolti non ravvisare un campanello d’allarme nelle ultime due prestazioni in campionato contro Genoa e Verona. La prima sul campo di un avversario particolarmente ostico tra le proprie mura (Inzaghi non ha mai battuto le due genovesi da quando è l’allenatore dell’Inter), la seconda a fronte di un Hellas che ha vinto una volta nelle ultime diciassette partite. Nel giorno di riposo concesso al gruppo, prima di cominciare a lavorare verso la trasferta di sabato prossimo a Monza, allenatore e staff hanno potuto analizzare una serie di dati da cui si evince che non è calata la capacità di arrivare alla porta avversaria. L’Inter ha una media di 15,94 tiri a partita, di cui 5,31 in porta, con cui ha chiuso il girone d’andata. Ha tirato 16 volte col Genoa di cui 6 nello specchio e 15 di cui 6 col Verona. È quindi in linea con l’andamento generale, ma ha un po’ faticato in termini di qualità delle occasioni. Al Ferraris ha costruito molto poco dopo il pari di Dragusin, sabato ha macinato occasioni solo a seguito dell’1-1 di Henry, ma c’è stato un vuoto tra il vantaggio di Lautaro e il guizzo del centravanti francese.
Da una fase all’altra, ci sarà qualcosa da registrare anche nel coprire la propria porta. Prima di Genoa-Inter i nerazzurri non avevano mai preso gol per due partite consecutive in campionato e se consideriamo anche la Coppa Italia le sfide con rete subita diventano tre nelle ultime quattro. Con grande onestà, Inzaghi ha ammesso che sarebbe servita maggiore attenzione nel recupero del primo tempo a Marassi per contrastare Dragusin, così come non sarebbe dovuta finire a Folorunsho la palla respinta dal palo sul rigore di Henry.
I rimedi andranno cercati in casa, dato che Buchanan sarà presumibilmente l’unico innesto invernale, salvo improvvisi cambi di rotta. Frattesi ha dimostrato di essere più di una semplice alternativa, nonostante un minutaggio molto ridotto. In difesa fanno panchina Darmian, De Vrij, il giovane Bisseck in rampa di lancio. Davanti, in compenso, qualcosa non quadra, soprattutto se Arnautovic va incontro a prestazioni come quella con l’Hellas. Lo stesso Sanchez non ha giocato molto e quando è accaduto non ha brillato. Eppure il connazionale Vidal è andato giù durissimo parlando a La Tercera: "Alexis, per favore vattene dall’Inter. Non sarebbe mai dovuto tornare, gliel’ho pure detto. Lautaro? Un buon attaccante, ma come fa a non giocare Sanchez? Gioca Mkhitaryan e non Alexis, come è possibile?". Proprio riguardo al capitano nerazzurro, l’agente Camano ha parlato ieri del rinnovo: "Ci sono ancora divergenze nella trattativa - ha detto - Non è ancora stato concordato, ma c’è dialogo".
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