Inter, il bivio del cuore è un esame. Inzaghi deve battere la sua Lazio: "Non sarà mai una partita normale»
Baroni cerca il colpo che vale la consacrazione, Simone si affida ai titolari risparmiati in Champions. Dumfries favorito sulla fascia, rientrano Barella, Lautaro, Mkhitaryan e Dimarco per non sbagliare.
Sei giorni senza partite e quasi quasi sembra strano. Dal martedì di Coppa al lunedì di campionato, per l’Inter. Nel menù del calcio spezzatino, il “monday night“ prevede un piatto romano. Lazio-Inter, stasera all’Olimpico e in chiaro su Dazn, pietanza da scudetto in un campionato dove le pretendenti sono numericamente tornate prossime agli anni Novanta, quelli delle “sette sorelle“. Atalanta e Napoli hanno fatto il loro, la Fiorentina ha perso e all’appello mancano le due che giocheranno oggi, una contro l’altra.
Simone Inzaghi affronta la realtà che è stata casa per ventidue anni. "Non potrà mai essere una partita come le altre", ha detto ieri. Sarà ancora più strana delle altre tre volte in cui ha guidato l’Inter contro i biancocelesti (agli annali due sconfitte e una vittoria). In palio c’è la possibilità di essere ancora potenzialmente in vetta, assieme all’Atalanta. La Dea è a +6, ma i campioni d’Italia devono giocare stasera e recuperare la trasferta a Firenze. Due partite lontane dal Meazza ad alto coefficiente di difficoltà. Partendo dal confronto odierno. La Lazio sta giocando a livelli impensabili, se si considera che in estate c’era aria di contestazione. Domina in Europa League, prima nel girone assieme all’Athletic Bilbao. È virtualmente a tre punti dalla Dea in campionato, ci può arrivare battendo l’Inter. Ha vinto, come ricordato ieri da Inzaghi, sedici delle ventidue partite disputate nel 2024/25.
Per contro i nerazzurri, prima della sconfitta di Leverkusen, avevano inanellato una serie di undici vittorie e due pareggi in tredici uscite. L’ampio turnover di Inzaghi in Germania non ha funzionato. Né per prestazione, né per risultato. Il tecnico tornerà a schierare i “titolarissimi“: Dumfries, Barella, Mkhitaryan, Dimarco, Lautaro. L’olandese non era nemmeno convocato in Champions, colpito dalla febbre, mentre l’armeno non si è alzato dalla panchina e gli altri tre lo hanno fatto solo nel secondo tempo. Lo stop europeo non ha cambiato molto le chances di qualificazione diretta agli ottavi, per l’Inter, e Inzaghi ne era consapevole al momento delle scelte per la Coppa. Così come sa che non sarebbe altrettanto indolore (o quasi) perdere terreno in Serie A, dovendo affrontare un campionato sulla carta diverso da quello vinto lo scorso anno. Di questi tempi, nella stagione passata, c’era giusto la Juve a tenere il passo e strada facendo hanno ceduto anche i bianconeri. Oggi le rivali sono cambiate e si sono moltiplicate.
In più, l’Inter ha la pressione della favorita. È la squadra campione in carica, ha aggiunto in estate Josep Martinez, il giovane Palacios (finora due meteore) ma soprattutto Zielinski e Taremi. Innesti che dovranno essere determinanti a lungo andare, se l’Inter vuole replicare il tricolore. Oggi la rosa ampia non consentirà comunque a Inzaghi di cambiare pedine in difesa, rispetto alla Champions. Non ci sono gli infortunati Pavard e Acerbi, saranno confermati Bisseck, De Vrij e Bastoni. Anche per questo Dumfries è favorito su Darmian, chiamato a fare da jolly in panchina per sostituire chi, eventualmente, avrà bisogno di chiamarsi fuori.
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