Inter sconfitta dal Parma: le mancanze della capolista in Serie A

Massimiliano Farris commenta la sconfitta dell'Inter contro il Parma, evidenziando le mancanze della squadra in Serie A.

di ALESSANDRO LUIGI MAGGI
6 aprile 2025
Il tocco fortunoso di Marcus Thuram che beffa portiere e difensori del Parma: non basterà all’Inter per vincere

Il tocco fortunoso di Marcus Thuram che beffa portiere e difensori del Parma: non basterà all’Inter per vincere

"Chiaro che siamo delusi. Non sempre si riesce a trovare quello spirito che serve per portare a casa la vittoria". Poche e nette parole da Massimiliano Farris, vice di un Simone Inzaghi squalificato, per inquadrare un sabato pomeriggio che denuda le mancanze della capolista. Non si può vivere a sprazzi ad aprile, per quanto sia umano nel pieno di un calendario fitto ed inesorabile. Non è l’Inter di Bergamo o del derby, a Parma c’è quella vista con l’Udinese, o prima ancora con il fanalino di coda Monza senza dimenticare la Supercoppa con il Milan. Un tornado in avvio, svanita ad inizio ripresa. E il Parma penetra in ogni mancanza, in mezzo come sulla destra, fermando un percorso che pareva inarrestabile, sotto di due reti al cospetto di chi aveva vinto quindici gare su quindici contro chi capitava sul suo cammino dalla decima posizione in giù.

Tornado nerazzurro, l’approccio del primo tempo, con quindici tiri, quattro nello specchio della porta, tre occasioni ghiotte nei primi dieci minuti (Bisseck colpisce malissimo al nono da buona posizione), vantaggio al terzo sviluppo eccellente da sinistra (per quanto propiziato anche da Hernani) con Darmian a rifinire sul secondo palo. Inzaghi, privo di Barella (oltre Dumfries, Zielinski e Taremi), rinuncia a sorpresa ad un Frattesi in crescita per la coppia di palleggiatori Calhanoglu-Asslani. Non funziona benissimo in fase di copertura, anzi, e dietro Sommer deve compiere altri due miracoli dopo l’Udinese su Bonny (era ancora 0-0) al nono e Man al ventesimo, ma come detto in manovra le cose non incantano senza rallentare la macchina, anche perché Mkhitarian il suo in inserimento lo fa, propiziando il raddoppio in chiusura di prima frazione di Marcus Thuram. Per il francese, tra le mura della casa madre, gol fortunoso in svirgolata solo davanti al portiere, dubbio per quel gomito maladrino (il var lascia correre), il padre che fa una smorfia in tribuna (per amore, sia chiaro) e numeri che parlano chiaro: per la prima volta oltre le 13 reti in un campionato nazionale, 17 in stagione, rotta la dieta del 2025 vista la singola segnatura in Serie A nell’anno solare.

La sorte, però, premia solo a breve termine. La squadra di Inzaghi svanisce, d’improvviso, forse superficiale, di certo lenta e impacciata a leggere le situazioni in una mediana che non fa filtro. Può ragionare a lungo il Parma al limite dell’area con Bonny, prima di quella che è una reale saetta calciata da Bernabé, al primo gol in Serie A. Travolge invece gli spazi il gialloblù dopo neanche nove minuti, per una destra scoperta con Acerbi a deviare la conclusione di Ondrejka in evidente affanno. Maturità, parola d’ordine, che è natura di questa squadra, ma assente nelle ultime uscite.

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