Inzaghi brinda con i fedelissimi. Darmian e Calha, Inter sul sicuro

Prima vittoria per i nerazzurri che sbloccano subito il match e nella ripresa completano l’opera dal dischetto

di MATTIA TODISCO -
25 agosto 2024
Inzaghi brinda con i fedelissimi. Darmian e Calha, Inter sul sicuro

Matteo Darmian ha sbloccato la partita dopo pochi minuti contro il Lecce

INTER

2

LECCE

0

INTER (3-5-2): Sommer 6; Pavard 6, Acerbi 6, Bastoni 6; Darmian 7 (27’ st Dumfries 6), Barella 6,5 (27’ st Frattesi 6), Calhanoglu 7 (37’ st Asllani sv), Mkhitaryan 6, Dimarco 6,5 (27’ st C. Augusto 6); Thuram 6,5 (31’ st Arnautovic sv), Taremi 6. A disp. Martinez, Di Gennaro, Bisseck, Fontanarosa, Asllani, Zielinski,, Correa. All. Inzaghi 6,5.

LECCE (4-2-3-1): Falcone 6; Gendrey 5,5, Gaspar 4,5, Baschirotto 6, Gallo 5,5; Ramadani 6, Pierret 6 (39’ st Berisha sv); Dorgu 6, Rafia 5,5 (19’ st Pierotti 5,5), Banda 5 (19’ st Morente 5,5); Krstovic 5 (39’ st Coulibaly sv). A disp. Fruchtl, Samooja, Borbei, Pelmard, Berisha, Oudin, Helgason, Burnete, McJannet, Marchwinski. All. Gotti 5,5.

Arbitro: Di Marco 6.

Reti: 5’ Darmian (I), 24’ st rig Calhanoglu (I).

Note: ammoniti Gallo (L) , Banda (L). Spettatori 70.921.

Marassi, quindi, è stato un semplice rimandare. Aspettare il calore casalingo del debutto al Meazza per cominciare a vincere e rilanciare la sfida a chi vuole spodestare l’Inter dal trono. Davanti al primo esodo che tocca e supera i 70mila sulle tribune di San Siro, i nerazzurri battono il Lecce, senza l’ausilio del capitano acciaccato (Lautaro). Piegano la strada verso la discesa con un gol immediato, aspettano un po’ per dare ai tifosi la superiore certezza che regala un doppio vantaggio e aggiungono una tacca anche alla voce “clean sheet“.

Il Lecce fa densità, ma al primo movimento di un centrocampista (Calhanoglu) dalle retrovie, la linea si scompone e quando Dimarco pennella da sinistra trova con tanta libertà Taremi, per la torre, e Darmian, alla testata vincente. Felice intuizione, quella di Inzaghi, che nel ballottaggio con Dumfries opta per l’azzurro. Non c’è episodio del primo tempo che non lo veda al centro della scena. Una smanacciata di Falcone ne impedisce una rapida doppietta. Ci mette esperienza, il 36, quando richiama le braccia al petto in un flipper nell’area interista, evitando che accada quanto già visto a Genova con Bisseck. Causa l’unico giallo di un primo tempo senza caviglie gonfie, anticipando l’intervento di Gallo. Nel ripasso dell’intervallo su cosa evidenziare dei 45’ iniziali, l’Inter ne esce col vantaggio sul tabellone, ma anche con pochi spunti di brillantezza. In compenso, dietro non si è ballato.

Se sale di colpi, l’Inter fa male. O crea i presupposti per farlo, anche quando poi Thuram manca due volte di concretezza nei metri che contano. Finché il Lecce spara a salve (Baschirotto di testa con poca forza, Pierret alto dal limite) c’è ragione di recriminare solo per quel troppo sottile vantaggio di cui è sempre il caso di diffidare. Quando Krstovic spedisce centrale l’inzuccata, i piccoli allarmi cominciano ad essere tre. Urge un’accelerata o l’episodio che scombina. Accade quando Gaspar si produce in un “eccesso d’affetto“ per Thuram e Di Marco indica il dischetto, piazzolla dalla quale Calhanoglu ha percentuali che superano le proverbiali bulgare. Con la girandola dei cambi, contro un avversario a cui mancano armi d’offesa, per tagliare il traguardo basta un’accurata gestione.

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