Lazio-Inter, che rivalità. Uefa, 5 maggio e “scippi“
Marotta e Lotito spesso distanti: il passaggio a Milano di Inzaghi non ha aiutato. Coi biancocelesti il trofeo vinto da Ronaldo e soci ma anche il tracollo del 2002.
Uno scontro diretto, a tutti gli effetti. Con sorpresa generale. Vedere l’Inter a giocarsela nei piani alti della Serie A è nella normalità delle cose. La Lazio è invece nettamente oltre le attese, dopo un’estate di contestazioni per un mercato che la piazza ha giudicato (frettolosamente) al di sotto delle necessità reali. I biancocelesti, pur nella parzialità di un giudizio di metà dicembre, hanno invece azzeccato tutto: Baroni, gli innesti come Nuno Tavares, la crescita interna di Rovella o Guendouzi.
È il segreto di Pulcinella che Claudio Lotito tenga particolarmente alla sfida di domani con l’Inter. Ha rapporti altalenanti col “collega“ presidente Beppe Marotta. Varie le cause: una serie di scontri verbali in Consiglio Federale per diversità di vedute sul futuro del calcio italiano, ma anche lo “scippo“ di Simone Inzaghi quando l’allenatore era ad un passo dal rinnovo con la Lazio, prima di cominciare l’avventura nel suo attuael club. In questi anni le società non hanno smesso di avere rapporti di mercato, da Correa ad Acerbi (che non ci sarà per infortunio al pari di Pavard) sono tanti i trasferimenti, a cui si aggiungono i cambi di maglia a parametro zero (De Vrij da un lato, Vecino dall’altro). È proseguita così la lunga tradizione di operazioni sull’asse metropolitano, per la gioia dello stesso Inzaghi che spesso ha spinto per poter lavorare nuovamente coi suoi vecchi pupilli. Nella prima decade del 2000 era quasi una prassi vedere gli ex Lazio all’Inter, tra Mancini in panchina e una sfilza di calciatori: Mihajlovic, Favalli, Cambiasso, Stankovic, Veron, Cesar, Cruz, Crespo.
Lo stesso Inzaghi è un ex, quello che più di tutti ha i riflettori puntati addosso. A Roma, dopo il suo addio alla Capitale, ha raccolto contro la Lazio due sconfitte e una sola vittoria nella passata stagione. Sfide toste, con qualche rissa nel mezzo (nel 2021 per un gol segnato dai biancocelesti con un nerazzurro a terra). La posta in palio è abbastanza alta da poter pensare che gli animi saranno caldi anche domani. Alla quarta stagione interista non ci si pensa nemmeno più, ma Simone Inzaghi è anche uno di quelli che hanno vissuto il 5 maggio 2002 dalla parte romana della barricata, segnando il 4-2 definitivo di quella sciagurata partita per il fronte milanese. Un precedente che più di ogni altro è facile da ricordare per gli appassionati, almeno quanto (a bilanciare) la finale di Coppa Uefa 1998, vinta 3-0 dall’Inter con un incontenibile Ronaldo. Più di recente, Lazio-Inter è stata la sfida dell’ultima giornata del 2017/18 in cui una rete di Vecino, allora nerazzurro, lanciò gli ospiti verso il definitivo 2-3 e conseguentemente nella Champions League della stagione successiva, sorpassando al quarto posto proprio i padroni di casa.
Lotito ha provato ad accendere la contesa con le sue dichiarazioni ("La squalifica di Castellanos? I fatti sono sotto gli occhi di tutti"). Una partita in cui giocheranno i “titolarissimi“, da ambo le parti, nel caso dell’Inter con due giorni in più di riposo dopo le Coppe. Baroni ha mescolato le carte senza stravolgere la squadra e ha vinto 3-1 ad Amsterdam. Sulle ali di un entusiasmo che può essere un altro fattore in campo domani.
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