L’Inter gioca la carta Frattesi. Può essere l’uomo in più
Il 24enne ha superato il fastidio muscolare che lo ha fermato con Juve e Roma. Ha segnato quattro gol, come Sanchez e Arnautovic messi insieme. E scalpita. .
È stato tenuto in fresco, come lo champagne di buona annata. Un vino pregiato, la cui bontà è certificata dall’esborso estivo. Adesso è il momento in cui Davide Frattesi potrà sprigionare l’energia immagazzinata nei mesi in cui è rimasto a guardare, salvo sporadiche apparizioni da titolare, in maggioranza nella fase a gironi di Champions League. Col ritorno della competizione europea, Simone Inzaghi chiederà supporto a tutta la rosa e in particolare ai “titolari aggiunti”, il cui apporto è molto vicino a quello di chi sta davanti nelle gerarchie. Frattesi è stato un protagonista delle ultime uscite della nazionale azzurra. Quando ha potuto giocare con l’Inter ha segnato al Milan e soprattutto al Verona con una rete in pieno recupero che è valsa tre punti.
Ha trascinato la squadra nella rimonta contro il Benfica da 3-0 a 3-3 a Lisbona (segnò la seconda rete) e si è guadagnato due rigori contro Salisburgo (determinante per il successo) e Monza. Considerato lo scarso minutaggio, difficile chiedere di più. Negli ultimi giorni ha dovuto lavorare a parte per riprendersi da un problema muscolare, piccolo ma fastidioso abbastanza da impedirgli di disputare il derby d’Italia e la sfida da ex contro la Roma. È candidato a un posto in panchina domani contro la Salernitana, per poi esserci a pieno ritmo con l’Atletico Madrid, quando presumibilmente Inzaghi punterà sui “soliti noti” Barella, Calhanoglu e Mkhitaryan, ma guardando alle alternative in panchina soprattutto per la seconda parte della gara. Poi sarà la volta di Lecce (domenica 25), Atalanta (mercoledì 28) e Genoa (4 marzo): cinque gare in diciassette giorni. Troppe per pensare di affidarsi sempre agli stessi: in passato il tecnico ha preferito far girare i suoi. Quello sarà il momento di Frattesi.
L’azzurro, d’altronde, ha un dato che parla per lui. Dopo Martinez, Calhanoglu e Thruam, tra i marcatori stagionali nerazzurri c’è lui. Quattro segnature, più di titolari fissi come Dimarco, Acerbi, Barella, Dumfries, Mkhitaryan. Bastoni. E dei due attaccanti Arnautovic e Sanchez, che allo stesso modo hanno giocato ben poco ma sono punte. Eppure contano due reti a testa, la metà di Frattesi. Un elemento la cui maturità si è palesata anche negli atteggiamenti. Avrebbe potuto far valere lo status del grande acquisto, è invece rimasto silente ad aspettare le sue occasioni. Finora le ha sfruttate, questo gli consentirà di averne di maggiori e ancora di più di diventare una prima scelta quando Mkhitaryan comincerà a sentire il peso della carta d’identità. Finora non è accaduto, ma ha 35 anni. È il presente, difficilmente potrà essere il futuro a lungo termine. Per quello c’è Frattesi, che di anni ne ha 24 e grazie alla Supercoppa Italiana ha cominciato ad alzare trofei all’Inter. Con un velo decisivo in occasione del gol vittoria di Lautaro.
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