Rimpianto Inter: Napoli sotto scacco, ma Calhanoglu non capitalizza dal dischetto

Napoli in vantaggio con McTominay, poi è monologo nerazzurro. Il turco disegna il pareggio poi sbaglia dal dischetto nella ripresa, Lautaro non brilla e nel finale i partenopei sfiorano la beffa

di ALESSANDRO LUIGI MAGGI
10 novembre 2024
Hakan Calhanoglu (Inter) esultanza dopo il gol dell'1 a 1

Hakan Calhanoglu (Inter) esultanza dopo il gol dell'1 a 1

Negli occhi l'ombra del rimpianto, nel cervello l'orgoglio di una superiorità sostanziale fermatasi sul palo centrato su rigore da Hakan Calhanoglu. Non era mai successo al turco in versione nerazzurra, capita in una notte di San Siro dove l'Inter domina il Napoli per novanta minuti senza trovare il colpo del ko, e anzi ringraziando il numero 20 per la fiondata nel finale di primo tempo che vanifica il vantaggio di McTominay (1-1 il finale). I partenopei restano quindi davanti, e con un numero di occasioni che si contano sulle dita di una mano tornano dal girone di andata a San Siro con quattro punti in due gare.  

Napoli 4-5-1 in fase di non possesso, Inter con Calhanoglu che scende molto basso per impostare, ma i nerazzurri non paiono soffrire di inferiorità numerica, trovando spazio soprattutto a destra con Dumfries. In una mezzora d'avvio non certo spettacolare arrivano comunque quattro situazioni interessanti, con una penetrazione di Pavard, una conclusione improvvisa di Barella, una buona punizione dal limite conquistata da Thuram e la "ciccata" di Lautaro da buonissima posizione a centroarea. Il Napoli sfonda solo una volta a sinistra con Kvaratskhelia, e la rete nasce non tanto dalla battuta su corner del georgiano, quanto dal "velo" in "spizzata" di Di Lorenzo e dal "piattone" di Rrahmani che libera da pochi passi McTominay, tenuto in gioco per un nulla da Dumfries.

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Sono i particolari che cambiano gli andamenti di una gara, il Napoli non aspetta altro che un avversario obbligato a scoprirsi, tuttavia lascia troppo spazio tra le linee, e se Barella inbuca per Mkhitaryan senza fortuna, poco prima dell'intervallo Calhanoglou disegna la fiondata vincente con un Meret non esente da colpe. I nerazzurri hanno l'abilità di allungare una squadra stretta per filosofia, forzando i confini di Conte e continuando a produrre palle gol, con il mancato controllo di Lautaro su fuga di Dumfries e il palo scheggiato da fuori da Dimarco.

Il grande ex in panchina, non a caso, rispolvera Lobotka per un Gilmour sempre distante nella fase di pressione, tuttavia il campo è già stato ceduto, e il rigore di Calhanoglu (condivisibile) che ferma la sua corsa contro il palo è la mancata capitalizzazione di una superiorità numerica e sostanziale, come conferma la conclusione centrale dalla distanza di Barella. Un elenco infinito per una macchina che viaggia veloce, tanto da far temporeggiare Inzaghi oltre il normale. Nei dieci minuti finali tocca a Taremi, Zielinski e Darmian, poi ad Arnautovic e De Vrij, ma il meglio è già stato mostrato, e anzi Giovanni Simone sfiora la beffa a tempo quasi scaduto. Pericolo scampato per il Napoli a San Siro, l'Inter dimostra oggi di essere ancora superiore, e non di poco. Ma Conte resta davanti. 

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