Seconda stella a destra. L’Inter non ha più confini. Sanchez firma il più 15
Asllani apre, poi il rigore del cileno doma un Genoa che non si arrende mai. Vasquez illude Gila, ma la band di Inzaghi ormai ha ipotecato lo scudetto.
Stavolta la vittoria è sofferta. Dopo quattro gare vinte con ampio margine, l’Inter si "accontenta" del 2-1 sul Genoa per volare a +15 sulla seconda e mettere un altro mattone verso la seconda stella. Senza la Nord, vuota per protesta contro le misure restrittive che dopo i disordini a margine di Inter-Juve hanno negato agli ultras la possibilità di portare dentro il Meazza striscioni e megafoni, la capolista appare contratta. Fatica a trovare varchi nella compatta difesa del Grifone, lascia parimenti a zero i liguri nel computo delle occasioni, ma ha talmente abituato bene gli astanti da far risultare anomalo il non riuscire a brillare nel palleggio.
La prima giocata di altissimo livello è di Mkhitaryan al 23’: apertura al millimetro per Barella in area, l’azzurro sbaglia il tocco al volo tentando un improbabile piattone. Al contrario, Retegui fa quel che deve quando Sabelli lo imbecca alle spalle di un disattento Pavard, Sommer evita che il risultato si sblocchi. Con lo scoccare della mezz’ora si ripopola la Nord ed è una scelta fortunata perché i nuovi entrati si godono un attimo dopo il vantaggio siglato da Asllani, perfetto nell’inserimento e potente col destro sulla verticalizzazione di Sanchez. Il cileno sale in cattedra: inventa un tracciante a pelo d’erba per Barella che calcia sull’esterno della rete e viene travolto da Frendrup causando un rigore confermato da Ayroldi anche dopo la revisione al Var. A realizzarlo è proprio Sanchez, primo centro in campionato.
Dopo l’intervallo non sono più sul rettangolo di gioco entrambi gli ammoniti del primo tempo, Dumfries e Frendrup, avvicendati da Darmian e Strootman (che si unisce presto ai sanzionati col giallo). L’Inter gestisce, Barella e Asllani provano ad uscire in bello stile e non ci riescono a dovere, anche se l’azzurro lamenta un blocco ai suoi danni in un’azione che porta al sinistro vincente al volo con cui Vasquez riapre i giochi. Il subentrato Vitinha li mette addirittura in parità per un attimo, il tempo per il collaboratore di segnalare il fuorigioco che porta all’annullamento. Ma è un buon Genoa, come lo era stato all’andata e i nerazzurri soffrono anche dopo l’ingresso dei rientranti Acerbi e Thuram dalla panchina. Dalle fasce piovono cross, Inzaghi alza il muro con Bisseck e toglie anche Lautaro per Arnautovic. La squadra si riorganizza e i patemi in tribuna si placano, fino a spegnersi al triplice fischio.
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