Solidarietà e ricordi. La storia del tifoso interista Giò raccontata in un’opera teatrale
Il ragazzo (affetto da autismo) era il bomber degli Insuperabili. La mamma: "Così abbattiamo. pregiudizi e ostacoli...".
Giorgio (per tutti Giò) era un ragazzone milanese di quasi un metro e novanta tifosissimo dell’Inter. Amava lo sport, giocava a basket ma soprattutto a calcio, ed era il bomber degli Insuperabili (squadra per sportivi con disabilità intellettiva relazionale). Giò era affetto da autismo, ma aveva una famiglia che lo adorava e seguiva passo dopo passo e anche per questo non aveva rinunciato a vivere, pur fra le mille difficoltà che si devono affrontare quando ti considerano “diverso“. Giò si è arreso alle complicazioni dovute al covid proprio tre anni fa, ma anche al coraggio e all’amore di mamma Viviana quel ragazzo dolcissimo e un po’ brontolone ha continuato a vivere.
E da venerdì sera, la sua storia, che proprio mamma Viviana aveva raccontato nel libro “Per sempre Giò“, è diventata una commovente produzione teatrale, ricca di significati e piena di emozioni. Sul palco del Teatro La Creta di Milano le attrici Alessandra Ingoglia e Barbara Menegardo (sotto la regia di Marco Montanari) hanno ripercorso l’agrodolce vita quotidiana del fan dell’Inter, tanto solare quanto sfortunato, in un’ora di dialoghi divertenti, ironici e drammatici allo stesso tempo. “Il Ragazzo Inter-Galattico - Un’Altra Partita per Gio’” è il titolo dell’opera (realizzata a cura dall’Associazione Ohana) al suo debutto e che presto verrà riproposta nelle scuole e anche nelle società sportive "con la speranza - spiega mamma Viviana - di poter abbattere qualche pregiudizio".
Le due attrici, davanti ad un’affollata platea (c’era pure la squadra “Special“ dell’Inter guidata da mister Lorenzo) hanno raccontato la vera storia un ragazzo con autismo ma appassionato della vita, dello sport e della sua squadra del cuore.
Giò amava viaggiare (nei primi anni si era trasferito negli States con la famiglia), amava la musica e il cinema ma soprattutto amava l’Inter: la sua è una bella, commovente storia fatta di passione ardente per lo sport e della lotta quotidiana di chi si sente “diverso”. "Ma - come hanno spiegato la mamma e le attrici - è anche la storia di tante persone, con o senza disabilità, che affrontano sfide tutti i giorni fra mille difficoltà e innumerevoli barriere"È una storia emozionante e divertente che parla di amore familiare, di supporto, di solidarietà e di una comunità che si fa scudo e nido. Ma anche di chi a volte resta indifferente e volta la testa dall’altra parte.
"Dopo tanto buio si intravede un po’ di luce - racconta la signora Viviana Locatelli -. Da sempre il mio obiettivo è stato quello di fare conoscere a tutti il Giò che in molti evitavano per ignoranza o semplice timore. Non è stato semplice farlo a pochi mesi dalla sua scomparsa perché il mio cuore era a pezzi. Credo che sia stato proprio lui a portarci fino a qui. Con questa narrazione Giò avrà la possibilità di arrivare proprio al cuore dei suoi coetanei che, forse, riusciranno ad abbattere qualche pregiudizio".
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