(S)punti di vista. Maledetta sosta. Così tutte le big perdono i pezzi
Il gravissimo infortunio del colombiano Juan David Cabal prima, il grande spavento per Hakan Calhanoglu
Il gravissimo infortunio del colombiano Juan David Cabal prima, il grande spavento per Hakan Calhanoglu e l’apprensione per Theo Hernandez poi, l’ansia dei prossimi tre giorni aspettando il ritorno dei vari “nazionali“. Maledetta sosta, un’altra volta. Anche il terzo stop stagionale per dare spazio alle rappresentative di tutto il mondo è stato pagato a duro prezzo dai club. Piange la Juventus che, dopo Bremer, perde un’altra pedina importante in difesa; preoccupata l’Inter (nonostante le rassicurazioni arrivate ieri dalla Turchia) per le condizioni di uno dei suoi “titolarissimi“, un po’ meno il Milan per il terzino francese, in panchina ieri. Senza dimenticare però che i rossoneri erano contrari all’utilizzo, ritenuto affrettato, di Alvaro Morata che anche stasera dovrebbe tornare in campo con la Spagna. Ansia anche per il Napoli: "Lukaku ha un’infiammazione al ginocchio, non potrà allenarsi per circa quattro giorni", le parole del ct del Belgio Domenico Tedesco.
La realtà è che sono questi gli effetti collaterali (indesiderati ma annunciati) di un calendario intasato più del traffico nella centralissima Porta Venezia sotto Natale. Gli spazi per allenarsi sono ormai ridottissimi, i momenti per riposarsi un’utopia, e aumentare il numero di partite non fa altro che danneggiare la salute fisica e mentale dei calciatori. I quali, a dire il vero, sulla spinta di quanto affermato dai medici hanno provato pure ad alzare la voce. Invano, visto che il grido d’allarme del Fifpro e l’associazione delle leghe europee è rimasto inascoltato. "Il calendario eccessivamente saturato, mette a rischio la sicurezza e la salute dei giocatori, e minaccia la sostenibilità economica e sociale di importanti competizioni nazionali apprezzate per generazioni dai tifosi in Europa e nel mondo". Dopo la denuncia, è sceso il silenzio. E intanto i numeri degli infortunati cresce. Soprattutto dei giocatori impegnati in partite (spesso inutili) con le nazionali. Già a ottobre l’Inter si era ritrovata con Asllani e lo stesso Calhanoglu ko. Troppo, per un campionato che ha già perso, fra gli altri, Malinovskyi (Genoa), Scamacca (Atalanta), Zapata (Torino), Milik (Juventus). Senza dimenticare i lungodegenti ancora in infermeria. Chi avrà il coraggio di dire “basta“?
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