Zielinski, eterno Peter Pan: "Qui mi sento un ragazzino che sogna trofei e la pace"
Il centrocampista dell’Inter e l’Italia: "Mi piace la gente, non solo il pallone". Gli orfanotrofi, l’associazione, e un Piotr generoso che soffre per l’Ucraina.
e Mattia Todisco
Piotr Zielinski, lei è arrivato in Italia nel 2011, a Udine. Nel 2024 è ancora qui. Cosa l’ha spinta a fare questa scelta?
"È bello vivere in Italia e giocare in A, dove il livello è molto alto. Con la mia famiglia ho deciso di restare qui, stiamo bene".
Cosa le piace della nostra nazione?
"La cultura, la gente, non solo il pallone. Arrivai a Udine molto giovane: città tranquilla e piccolina, perfetta per crescere. Poi Empoli, mi è piaciuta così tanto che abbiamo comprato casa in Toscana. Quindi Napoli, altra città meravigliosa dove si vive benissimo. Dopo otto anni lì non è stato facile andare via, sopratttutto per la mia famiglia. Ma anche a Milano siamo a nostro agio, abbiamo scelto di abitare un po’ fuori e comprato casa. Viviamo vicino al centro sportivo".
Eppure l’Inghilterra sembrava la sua terra promessa. Perché ha scelto l’Inter dopo aver vinto lo scudetto a Napoli?
"È una delle più grandi società in Europa. Mi hanno voluto a tutti i costi. Ed è bello per un giocatore essere stimati e corteggiati. Ho ricevuto tanto offerte, ma desideravo solo l’Inter".
Tra le altre destinazioni, ha detto no ai soldi dell’Arabia.
"Per 2-3 giorni ci pensi a tutti quei soldi, al voler provare. Non sapevo se sarebbe stata la scelta giusta per me e la mia famiglia. Però era ancora presto, preferivo lottare ancora per qualcosa qui in Europa e l’Inter mi offre questo. Magari in Arabia ci andrò più avanti".
Certo che a Milano c’è concorrenza...
"Ci sta, è un piacere essere in una squadra con gente come Barella, Calhanoglu, Mkhitaryan. Alla fine gioco comunque. Abbiamo talmente tante partite... So che sarò soddisfatto delle presenze a fine stagione".
Però De Laurentiis, un anno fa, le ha “tolto“ l’Europa escludendola dalla lista Uefa, quando ha saputo dell’Inter: è stata la più grande delusione dal punto di vista umano, non solo sportivo?
"Credo di si, c’era la sfida contro il Barcellona di Lewandowski per gli ottavi, un “derby“ attesissimo in Polonia. Accettai quella decisione, anche se ero molto arrabbiato, ma a De Laurentiis non piacciono certe cose...".
Si è preso una bella rivincita: è fra i calciatori piu utilizzati da Inzaghi in Champions...
"Sono scelte del mister che mi rendono felice, io sono contento di avere spesso opportunita di giocare".
E se dovesse scegliere fra un secondo scudetto in Italia o la prima finale di Champions?
"La finale, sperando di vincerla. Ma di certo non metto da parte lo scudetto".
L’Inter è in grado di mettere a segno il doppio colpo?
"Perché no? Abbiamo una squadra fortissima. E cercheremo di andare sino in fondo in ogni competizione".
Inzaghi lo vede solo come tecnico o anche ex collega?
"È il nostro allenatore. E ha ottimi rapporti con tutti. Scherza ma a tratti è anche duro, sa spiegare ed è molto preparato. È un piacere lavorare con lui".
Dal calciatore Zielinski al bambino Piotr: a 8 anni condivideva la sua stanza con altri coetanei accolti dalla sua famiglia. Successivamente, coi primi stipendi, lei ha comprato appartamenti a Zabkowice trasformandoli in orfanotrofi. Un gesto bellissimo.
"Il merito è dei miei genitori che ospitavano altri bimbi. Con loro non avevo problemi, anche se qualcuno dice che nascondessi i miei giocattoli (sorride, ndr). Ora è un piacere tornare a casa, regalargli qualcosa e giocare a calcio con loro".
La sua associazione si chiama Peter Pan. Si sente anche lei un Peter Pan, il bimbo che non smette di sognare?
"Io cerco di divertirmi e trovare questo bambino dentro di me. Giocare nell’Inter mi fa sentire un ragazzino e non so se nei miei sogni lo immaginavo".
Però il suo sorriso si spegne di fronte a certi eventi, come la guerra: agli spareggi per i Mondiali, disse chiaro al mondo “con la Russia non giochiamo“".
"Non solo io, tutta la nazionale. Questa guerra non è una bella cosa, so quanto soffrono i miei amici ucraini. Molti sono venuti in Polonia e gli abbiamo offerto un lavoro e un tetto".
Ma la sua gente ha paura che il conflitto possa allargarsi?
"Un po’ sì. Qualche mese fa delle bombe sono cadute in Polonia. Speriamo che la guerra finisca, noi ci sentiamo protetti ma purtroppo sappiamo com’è la Russia".
Passo indietro: lei arriva in Italia un anno prima dell’Europeo di Polonia-Ucraina: quel torneo vi ha aiutato a crescere come Paese?
"Tanto. Hanno costruito gli stadi e in generale negli ultimi 15-20 anni la Polonia è cresciuta molto. È un Paese bellissimo, sono felice di essere polacco. Per metà italiano...".
A proposito di stadi: la prima sensazione a San Siro?
"Grandioso, lo stadio fa paura. Anche se è un po’ vecchio, è il piu bello in italia. E poi è stato bello realizzare i primi gol alla Juve".
Lo scudetto all’Inter sarebbe diverso da quello col Napoli?
"Per me no. Magari cambia per le storie dei club. A Napoli aspettavano da tantissimi anni. Sarà invece diverso Napoli-Inter rispetto a Inter-Napoli. Ci saranno tanti miei amici allo stadio. Spero di vincere, ma per il resto auguro loro tutto il meglio".
Nel calcio ci sono momenti belli. Ma anche terribili, come per Bove a Firenze. Un incubo...
"Vero, mai era successo davanti ai miei occhi. Avevo i brividi e mi veniva da piangere, grazie a Dio ora sta bene".
Senza fare troppa dietrologia, ma anche lei è d’accordo con medici, allenatori e colleghi che si lamentano per il fatto che si giochi troppo?
"Sicuro, i calendari potrebbero essere rivisti. La verità è che conta solo il business e a volte ne risente la salute dei giocatori".
Dal 2025 cosa si aspetta?
"Vorrei vincere tanti trofei con l’inter, mi auguro un anno pieno di soddisfazioni, gloria e gol. Uno di questi magari nel derby di ritorno. Però se arriva già in Supercoppa sono felice lo stesso".
E sotto l’albero cosa vorrebbe “Piotr Peter pan“?
"La pace, solo la pace nel mondo".
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