Allegri chiude nel modo peggiore. La Juve prepara il licenziamento

Sfoghi plateali in campo e insulti a un giornalista dopo la Coppa Italia: in panchina può andare Montero

di DORIANO RABOTTI -
17 maggio 2024
Allegri chiude nel modo peggiore. La Juve prepara il licenziamento

Allegri chiude nel modo peggiore. La Juve prepara il licenziamento

Anche a volerlo, un finale così brutto non si poteva proprio immaginare. Più brutto del gioco della sua Juve, e stavolta neanche vincente. Poteva chiudere da trionfatore, allargando tutti i denti nel sorriso di chi pensa: non mi volete più, peggio per voi. Andarsene con la borsa piena, la bacheca più ricca e la pancia soddisfatta. E invece.

Dopo una lunga giornata, ieri non è arrivato l’esonero di Max Allegri da parte della Juventus, ma a quanto trapela è solo questione di tempo, solo materia per avvocati: la società ha deciso di non fare come il tecnico, di non agire d’impulso, prendendosi la pausa necessaria per annunciare la separazione anticipata (in panchina al suo posto nelle ultime due giornate ormai ininfluenti potrebbe andare Paolo Montero, che ha guidato l’under 19 bianconera in questa stagione). I legali starebbero studiando il modo migliore per arrivare ad un licenziamento per giusta causa che avrebbe l’indubbio vantaggio di far risparmiare i quasi nove milioni netti di ingaggio (diciotto lordi) per il contratto della prossima stagione, l’ultima già sottoscritta. Sbagliare qualcosa per la fretta può costare caro, insomma.

Mentre la Procura della Figc apre un’inchiesta e convoca i due protagonisti per capire che cosa è successo dopo la vittoria dei bianconeri in Coppa Italia, la ricostruzione dei fatti fa capire che non è stato lo spogliarello con espulsione regalato prima del triplice fischio urlando “Dov’è Rocchi?“ verso il quarto uomo a favore di telecamera, ad aver convinto la proprietà che non può più essere Max a rappresentarla. Forse pesa di più quel gesto teatrale ad allontanare qualcuno nel momento dei festeggiamenti, da fuori a tutti sembrava Giuntoli, ma Allegri ha negato. Di sicuro l’alterco con il direttore di Tuttosport Guido Vaciago nel dopopartita, con offese e minacce riferite e poi ribadite dal giornalista (e smentite dal legale di Allegri) è stata l’ultima goccia. Altrimenti il club non avrebbe passato la giornata di ieri a scusarsi con federazione ed editore. È su quell’episodio, che la Figc ha deciso di indagare.

Il destino in questi casi se la spassa sempre, perché lunedì Allegri (che ieri è stato squalificato per due giornate, ma da scontare in Coppa Italia) in teoria sarebbe di scena a Bologna contro quel Thiago Motta che molti vedono già come suo erede a Torino. Ma probabilmente l’incontro non ci sarà, perché già oggi potrebbero arrivare quelle parole ufficiali che la Juventus ieri ha deciso di non spendere, limitandosi alle scuse in privato.

Lo sfogo plateale a partita non ancora finita, quando Allegri si è tolto la giacca gettandola a terra, si è slacciato la cravatta lanciandola e stava quasi per togliersi la camicia, era evidentemente un segno: la tensione, anche per un tecnico abituato a gestirla come lui, era arrivata a livello di guardia. Nel finale Allegri ha sbroccato perdendo il controllo e sporcando un finale di seconda esperienza bianconera al quale il successo in Coppa Italia stava un po’ cambiando il verso.

Non sarebbe bastata per salvargli la panchina, perché il club ormai aveva scelto di voltare pagina. Ma avrebbe dato ai tre anni passati tra mille difficoltà un senso diverso, con i due veri obiettivi stagionali (Champions e Coppa Italia) centrati.

Che Allegri in queste tre stagioni abbia sopportato un carico superiore a quello degli allenatori che devono ’solo’ vincere è un dato di fatto, che possa essersi sentito tradito leggendo i nomi dei suoi successori sui giornali è anche umanamente comprensibile.

Ma rovesciare la coppa che conteneva il poco latte munto da una Juventus povera è stato il modo peggiore per chiudere.

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