Allegri, l’esonero chiude un’era. "Comportamenti non compatibili» . Nuova Juve d’assalto con Motta

Il finale più triste e annunciato dopo la sfuriata di Roma, il club valuterà ancora l’opzione del licenziamento. A Giuntoli, senza più Max, i pieni poteri dell’area tecnica: ma sul mercato non potrà essere rivoluzione.

di PAOLO GRILLI -
18 maggio 2024

L’ultima giornata di Allegri alla Juve segue un copione che per molti era già scritto. E che i maligni definiscono prevedibile quanto il gioco di Max: un ’sistema’ da corto muso mai entrato davvero nel cuore del popolo bianconero, ma ampiamente digerito negli anni dei trionfi. L’allenamento mattutino alla Continassa – già al sapore d’addio – poi la rappacificazione con il direttore di Tuttosport Guido Vaciago dopo l’accesissimo confronto nella pancia dell’Olimpico; infine, la convocazione pomeridiana nella sede del club per sentirsi dire quello che già si sapeva dopo la molteplice sfuriata di Roma. Quella di ’Mad Max’ contro tutto e tutti, come se fosse saltato il tappo dopo anni di tensioni.

Allegri esonerato con effetto immediato, per quello sfogo poco juventino e ancor meno sabaudo, con tanto di invito a scansarsi ai dirigenti che volevano festeggiare con la squadra: una sbracciata che ha sancito l’insanabile frattura fra tecnico e club. "Comportamenti non compatibili con i nostri valori", recita la nota di commiato, rivendicando la necessità di un contegno che il condottiero non è riuscito a mantenere. Non viene menzionato il trionfo in Coppa Italia, non si ricorda che è il terzo tecnico più vincente della storia in bianconero. Condensata in due giorni, una specie di Guerra dei Roses in salsa calcistica. La società, dopo lo show poco edificante seguito alla finale di Coppa Italia vinta, si era messa al lavoro per valutare anche il licenziamento per giusta causa. Un’opzione accantonata solo per il momento, perché silurare Max nel’ultima stagione di contratto significherà dover sborsare i circa quindici milioni del suo ingaggio lordo, cui aggiungere quello per il nuovo allenatore, Thiago Motta.

Una mossa inevitabile, ma non proprio da spending review per Giuntoli, il ds giunto l’estate scorsa per guidare l’ormai ennesima rivoluzione. Allegri avrebbe dovuto esserne il garante tecnico, portando avanti la crescita dei giovani (sei di quelli che hanno vinto la Coppa Italia provengono dalla Next Gen) una volta fallita la politica dell’acquisto dei big. Un percorso stretto e obbligato che Max ha cercato di seguire con concretezza, ma senza mai ritrovare la solidità di risultati di un tempo. La tempesta giudiziaria sulla Juve ha reso il compito ancora più arduo, ma resta il fatto che il monte ingaggi della rosa resta il più alto di A: quattro volte superiore a quello del Bologna che appaia i bianconeri al terzo posto, e che lunedì sfiderà al Dall’Ara proprio Rabiot e co.

Per la Signora ci sarà Montero con la sua garra da traghettatore in panchina; Thiago Motta guiderà i rossoblù in un perfetto match da porte girevoli, sfidando quella che con ogni probabilità, sulla base di un biennale da tre milioni e mezzo netti a stagione più opzione per una terza, sarà la corazzata che dovrà guidare da metà estate.

Appena tre mesi fa, Giuntoli affermava che il club avrebbe continuato con Max. Ma qualcosa scricchiolava già, in campo e fuori. E tra i due toscani al vertice della Signora era palese che non fosse mai scoccata la scintilla in senso professionale. Quando John Elkann, ad di Exor, l’11 aprile ha poi indicato nello stesso ds il perno della nuova società, si è percepito il cambio inesorabile di vento. Con Max rimasto solo a prenderlo in faccia, in una veste mai del tutto adattata di maestro di talenti più che di gestore di big. Mai vittoria è stata più amara alla Juve. Il nuovo corso riproporrà l’eterna tentazione del giochismo: ma proprio Max tornò per una restaurazione in nome di un saggio pragmatismo dopo gli esperimenti falliti di Sarri e Pirlo.

Certo il disagio professionale e umano esplicitato da Allegri col furore di Roma di per sé bastava per ritenere già interrotto ogni rapporto. Motta dovrà far ritrovare alla Juve la via del gol (non accettabile il bottino di 49 reti in 36 partite di campionato), ma per forza di cose e di bilanci non sarà un ribaltone. Arriverà solo uno tra Koopmeiners e Zirkzee e dovrebbero essere ceduti Huijsen e Soulé per fare cassa. Un’altra opzione per la mediana è Samardzic, molto più difficile arrivare a Zubimendi della Real Sociedad o a Ugarte del Psg. Si passerà alla difesa a quattro, che libera poi la strada in avanti al tridente. Con Chiesa, probabilmente, più libero di partire largo. Ma Fede deve ancora rinnovare, come Rabiot.

"Un mix straordinariamente unico: superbia e umanità che si fondono continuamente durante un viaggio decennale. Grazie Max, grazie a te che hai rappresentato essere Juventus con ogni tua cellula. Fino alla fine...". Così Andrea Agnelli si è rivolto ad Allegri su X. Quella Juve, per diversi motivi, proprio è un ricordo.

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