E’ una Juve col fiato corto. L’illusione di Cambiaso. Rebic la riporta sulla terra
Altra frenata per la Signora, che a Lecce controlla il gioco solo nel primo tempo. La vetta si allontana, l’ottavo pari in 14 gare mostra le difficoltà della rivoluzione.
La Juve crea, prova e riprova, arriva persino a benedire il corto muso per una vittoria che sembrava sfumare per la maledizione dei pali, e che poi svanisce veramente al 93’ per la zampata del pari di Rebic. La vetta si allontana, e c’è pure tanto traffico da affrontare cercando di raggiungerla.
Signora dimezzata nella rosa, quella vista ieri sera a Lecce, ma pure, a lungo, nell’efficacia in zona gol. Nel primo tempo, il dominio bianconero è quasi totale. Yildiz si scopre uomo a tutta fascia e integralmente mottiano. Una sua accelerazione in avvio si tramuta in cioccolatino per Thuram: solo il francese sa come è riuscito a spedire sul legno un pallone che andava accompagnato solo in porta a Falcone fuori causa. Il rimpianto bianconero si ingigantisce quando è Conceiçao a prendersi la scena, con una sgroppata di trenta metri seguita dal sinistro che si spegne sul palo più lontano.
Non che si possa imputare alla Signora uno scarso impegno, anzi. Ma la difficoltà nel trovare la via del gol, per lo meno in campionato, torna costantemente. L’assenza di Vlahovic non può non pesare, ma il club doveva pur premunirsi, in estate, pensando che il reparto attaccanti centrali sarebbe stato corto con il serbo e Milik unici arruolati. E ’come se la Signora, pur con tutte le sue trame, sbattesse contro un muro invisibile negli ultimi sedici metri. Un fattore non da poco, se per vincere uno scudetto devi in media fare un paio di gol a partita, e la Juve resta inchiodata da mesi a quota 1,5.
Evidente anche la fatica, nella ripresa, con i salentini del maestro Giampaolo pronti a infilarsi negli interstizi di pura stanchezza lasciati dai bianconeri. I primi quattro tiri della seconda frazione sono arrivati proprio dal Lecce, con Yildiz & Co in stallo.
Dentro Fagioli e Rouhi, fuori Thuram e Gatti. Una piccola scossa con i pochissimi cambi a disposizione. Ed è Cambiaso, dirottato a destra, a inventarsi la conclusione che trova la deviazione decisiva di Gaspar che beffa Falcone. La rete dell’illusione, perché è Rebic, a tempo ormai scaduto, a punire una Juve dal fiato corto, incapace di imporsi.
L’imbattibilità in A è mantenuta, ma l’ottavo pari in 14 partite indica meglio di ogni altra statistica le difficoltà del momento. I bianconeri hanno vinto meno della metà delle sfide. Se arrivasse anche Zirkzee, a gennaio, insieme a un difensore, sorrisi e successi arriverebbero meno faticosamente.
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