In Supercoppa è derby di famiglia. Francisco, non mi manda papà

Il figlio del nuovo tecnico rossonero ha sfondato nella Juventus, prima avversaria il 3 gennaio a Riyad

di LORENZO LONGHI
31 dicembre 2024
Sergio Conceiçao, a destra, con il figlio Francisco quando erano insieme al Porto

Sergio Conceiçao, a destra, con il figlio Francisco quando erano insieme al Porto

Degna di una saga di famiglia, la storia dei Conceição in Serie A, già ripresa con l’approdo di Francisco alla Juventus la scorsa estate, di qui a pochi giorni vivrà un momento particolarmente intenso. Già, perché la rivoluzione del Milan ha catapultato sulla panchina rossonera papà Sergio, che l’Italia del pallone l’aveva lasciata ventuno anni fa da calciatore, nel gennaio 2004, ed è pronto a ritrovarla da tecnico, venerdì, quando debutterà proprio contro la Juventus di Francisco.

Intrecci che lo sport offre non di rado, ma nel caso dei Conceição – come in quello dei Simeone, altra dinastia pane e pallone – la trama si complica, perché quando è il padre a lanciare il figlio, beh, ironie e sospetti di familismo accompagnano la carriera dell’erede sino a quando quest’ultimo non impara a camminare da solo.

Sergio e Francisco non si sono mai affrontati sul campo, anche perché hanno sinora condiviso una parte significativa delle rispettive carriere di allenatore il primo e calciatore il secondo. Nominato tecnico del Porto nel 2017, Sergio ha infatti avuto un ruolo nel portare Francisco nel settore giovanile dei Dragões (prima Chico era allo Sporting) un anno più tardi, ed è lì che il figlio ha iniziato a mettersi in mostra, sino a diventare un pilastro del Porto B dell’ex juventino Rui Barros.

Nell’andirivieni tra squadra B e squadra A, papà Sergio ha regalato a Francisco, diciottenne, l’esordio nel massimo campionato portoghese, il 13 febbraio 2021 nel derby contro il Boavista e, quattro giorni più tardi, in Champions a Torino, proprio contro la Juventus. Conceição padre ha fatto esordire col Porto anche un altro dei suoi figli, il secondo (Rodrigo, classe 2000, oggi allo Zurigo, mentre Sergio junior, il primo, non lo ha mai allenato, e ora è a Cipro, all’Anorthosis), ma Francisco il talento ce l’aveva per davvero e, dopo l’annata 2020-21, quella degli esordi, e un aumento delle presenze nella stagione seguente, ecco nell’estate 2022 l’acquisto da parte dell’Ajax. 5 milioni il costo e Chico volò ad Amsterdam. Annata segnata dal cambio di allenatore: tra campionato e coppe giocò 31 partite – nove da titolare – con Alfred Schreuder prima e John Heitinga poi, con 2 gol e 3 assist.

A vent’anni e spiccioli, alla prima esperienza lontano dal Portogallo e da papà, nulla di eccezionale, ma niente male, abbastanza per essere richiamato dal Porto per una cifra doppia – Jorge Mendes, il suo procuratore, è uno che ci sa fare – in quella che per lui è stata la stagione della consacrazione. Perché passi papà, ma se vieni scelto anche dal ct del Portogallo, Roberto Martinez, per giocare l’Europeo (4 presenze e un gol), significa che c’è altro.

È esattamente ciò che ha stregato Thiago Motta: la capacità di inventare sempre qualcosa, la ricerca sfrontata dell’uno contro uno, al punto che il tecnico bianconero, contro la Fiorentina, ha affollato la fascia sinistra per permettere frequenti cambi di gioco su di lui, a destra, per le sue sfide uomo contro uomo. Una qualità che papà Sergio, ovviamente, del figlio conosce e che, venerdì, dovrà subito arginare nella semifinale della Supercoppa (arbitrerà Colombo, per Inter-Atalanta c’è Chiffi).

Un debutto degno di una saga, appunto.

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