Juve a punto, ma torna sulla terra. La Roma frena la corsa di Motta. Non bastano Koop e Conceicao

Nello scontro diretto la Signora non riesce ad alzare i ritmi e si blocca in attacco: pari senza reti. Esordio per l’olandese e il portoghese, dentro nel finale anche Nico Gonzalez. Bianconeri raggiunti.

di PAOLO GRILLI -
2 settembre 2024
La Roma frena la corsa di Motta. Non bastano Koop e Conceicao

Dusan Vlahovic, 24 anni: ieri gli è mancata la precisione nelle conclusioni

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JUVENTUS (4-2-3-1): Di Gregorio 6; Savona 5,5, Bremer 6,5, Gatti 6, Cabal 5 (st 1’ Koopmeiners 6); Locatelli 6 (st 22’ Diuglas Luiz 6), Fagioli 5,5 (st 22’ McKennie 6); Cambiaso 6,5, Yildiz 6, Mbangula 5 (st 1’ Conceicao 6); Vlahovic 5,5 (st 36’ Gonzalez sv). All. Thiago Motta 5,5.

ROMA (4-3-3): Svilar 6,5; Celik 6, Mancini 6,5, Ndicka 6, Angelino 6; Pisilli 6 (st 28’ Koné sv), Cristante 5,5, Pellegrini 6,5 (st 36’ Baldanzi sv); Soulé 5,5 (st 16’ Dybala 6), Dovbyk 5 (st 36’ Shomurodov sv), Saelemaekers 5,5 (st 16’ Salemaekers 6). All. De Rossi 6.

Arbitro: Guida 6

Note: ammoniti Fagioli, Saelemaekers, Mancini

Un passettino indietro, un indolore ritorno sulla terra dopo un volo inatteso. La nuova Juve si prende un punto con la Roma, anche soffrendo: tappe di crescita anche queste, perché poi allo Stadium si trattava del primo vero scontro diretto d’alta quota per la giovane brigata di Thiago Motta. La vetta è mantenuta, ma ora ci sono anche Toro, Inter e Udinese lassù, allo scattare della pausa per le nazionali. Non si può certo parlare di delusione, per il popolo bianconero. Ma certo quello di ieri sera è sembrato nella sostanza anche un ritorno al recente passato: con una manovra, se non macchinosa, almeno prevedibile e comunque a basso tasso di letalità. L’undici bianconero sceso in campo ha ricalcato fedelmente quello visto al Bentegodi. Ma sono aumentati, rispetto a Verona, gli errori in impostazioni. E pure le giuste spaziature dietro, con Saelemaekers e Pellegrini a dare sovente fastidio col loro fraseggio in verticale approfittando di un Fagioli insolitamente frastornato.

De Rossi lascia subito fuori i campioni del mondo Dybala e Paredes e getta nella mischia Pisilli: un messaggio a tutto lo spogliatoio, per altro molto simile a quelli già lanciati dall’amico Motta. Che in una nottata torinese afosa, in cui le idee non circolano velocemente da un’area all’altra, non vede accendersi Vlahovic – imperfetta, la stoccata in area di sinistro deviata da Svilar ma nemmeno Yildiz.

Certo, erano ancora fuori in avvio Koopmeiners, Conceicao e Gonzalez, oltre all’infortunato Thuram e al non ancora pronto Douglas Luiz. La Signora da lavori in corso non mostrerà il suo volto definitivo prima che ci si metta il cappotto.

Nella ripresa proprio Koop e Conceicao, messi nel motore al posto di Mbangula e Cabal, alzano i giri della Juve, mentre il jolly Cambiaso va a riposizionarsi da terzino a sinistra. Fascia che beneficia anche del contributo di Yildiz nella seconda frazione di gioco. Ma il campo largo di Motta, per una sera, non porta inattese meraviglie.

La mediana viene cambiata in blocco quando entrano Douglas Luiz e McKennie, sempre col 4-2-3-1 fluido che prevede l’accentramento costante degli esterni. In campo nel finale anche Nico Gonzalez, con l’Allianz Stadium che scatena un applauso sperando subito nel suo acuto. Che però non prende forma. Sono invece Dybala e Angelino a sfiorare la rete.

Zero gol fatti in una partita, una notizia per questa Juve partita col botto. Ma c’è un altro clean sheet a dare conforto nelle notti popolate di nuovi sogni. La strada per il top non può che presentare ostacoli e curve. Dopo l’Empoli, tra due settimane, sarà l’ora della Champions, col debutto contro il Psv. E dovranno già essere finiti gli esperimenti.

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