Juve, lezione tedesca. Dominio dello Stoccarda. Non basta super Perin

Champions, Touré decide nel recupero dopo una gara di sofferenza per la Signora. Il portiere para un rigore a Millot, è la prima sconfitta in stagione per Thiago Motta. .

di PAOLO GRILLI -
23 ottobre 2024
Dominio dello Stoccarda. Non basta super Perin

Il rigore parato splendidamente da Mattia Perin a Millot: ma non basterà per evitare la sconfitta della Juventus

La conclusione più logica dopo una gara intera a rincorrere e soffrire per la Juve. Touré fa gioire lo Stoccarda col gol nel recupero, suggello di una lezione tedesca che coincide con la prima sconfitta stagionale per Motta. La Champions può essere subito molto dura, se animo e muscoli non sono ben sintonizzati. La Signora è partita senza le spaziature giuste e una manciata di pericoli sono serviti per darle una minima scossa. E’ sulla destra che Conceiçao e Savona hanno faticato a contenere le avanzate di Mittelsadt, senza contare poi sull’altra fascia la potenza di Vagnoman. In generale, i tedeschi hanno impressionato in avvio per il pressing ragionato e chirurgico che ha tolto ossigeno e idee alla manovra degli uomini di Motta.

Perin si sarebbe aspettato un avvio più soft in una serata che poi l’ha eletto a migliore in campo. Anche Meillot ha generato più di un brivido allo Stadium, senza che i bianconeri riuscissero a prendere metri e soprattuto un costruttivo possesso palla. Giusto un tunnel di Yildiz e un blitz di Conceiçao a rilanciare le speranze in una serata partita in salita. Ma Vlahovic ha passato lunghi minuti di solitudine: quella poi, trenta metri dietro, di Fagioli costretto a mettere pezze ovunque senza avere la minima possibilità di abbozzare l’impostazione del gioco. Eloquente, il 40 per cento di possesso alla mezz’ora di una gara che sulla carta avrebbe dovuto vedere la banda di Motta prendere d’imperio l’iniziativa. Il palo di Demirovic con la deviazione provvidenziale di Perin ha certificato tutte le difficoltà del martedì europeo dello Stadium, con una crescente sensazione di fatica, agli antipodi rispetto agli arrembaggi delle ultime uscite.

Nemmeno la fisicità di Thuram è servita nel primo tempo per alzare i giri e scacciare i pericoli. E viene da chiedersi come sarebbe stata la partita se al suo posto ci fosse stato Douglas Luiz, bloccato da un problema fisico nel riscaldamento: un altro tassello di piombo in un inizio di stagione gravoso, per lui. Perché poi la Juve è mancata per una buona ora nelle ripartenze, incapace di dare linfa a ogni tipo di manovra.

La ripresa ha offerto subito lo choc del gol di Demirovic annullato per un tocco di mano dello stesso granatiere bosniaco.

Weah-Locatelli-Cambiaso la task force chiamata col suo ingresso a mutare l’inerzia. Cosa che avviene, con un minimo di fiducia e qualità in più. La conclusione di Thuram, primo tiro nello specchio dei bianconeri in un’ora – e unico della partita – viene respinta sulla linea da Chabot. Il vortice di emozioni nel finale parte col rigore parato da Perin a Millot e il gol partita dei tedeschi, mai così meritato. Ora c’è l’Inter, con il piglio giusto da ritrovare molto in fretta.

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