Juve, maledetta primavera. Un altro pari e sono fischi. Pass Champions senza gioia

Contro la Salernitana già retrocessa la Signora va sotto, pari Rabiot solo al 91’. Progetto a fine corsa, quanto lavoro per Giuntoli. La Coppa Italia per l’orgoglio .

di PAOLO GRILLI -
13 maggio 2024
Un altro pari e sono fischi. Pass Champions senza gioia

Un altro pari e sono fischi. Pass Champions senza gioia

I tifosi dello Stadium non fanno mai mancare il proprio apporto, sperando che la magia di un tempo possa riprendere forma. Ma poi, è ormai abitudine che nell’ex fortino si esprima una squadra fragile, tentennante, chiaramente da rivoluzionare. Dal 27 gennaio, da quell’Empoli-Juve 1-1, nulla è stato come prima. E così anche ieri, con la sola esigenza di vincere contro la Salernitana ultima in classifica per strappare finalmente l’agognato e vitale pass Champions, la Signora si è presentata con le titubanze di una novizia invece delle certezze di una grande. La certezza della qualificazione è arrivata solo in serata grazie all’Atalanta, non certo in un bagno di buonumore.

Il gol di Pierozzi – il primo in serie A – ha risvegliato tutti quei fantasmi che albergano ormai stabilmente alla Continassa. Certo, ci sono state le traverse di Vlahovic e Miretti e il palo di Cambiaso a punteggiare l’ennesima gara in salita, ma il pari nel recupero di Rabiot non è bastato a evitare i fischi dei tifosi. Anche perché è stato poi Basic a fallire il match point sprecando il gol partita al 97’.

Davvero paradossale la stagione dei bianconeri, sicuramente oltre le proprie potenzialità quando lottavano per la vetta con l’Inter. Poi, è arrivata questa frenata infinita, che non si può nemmeno imputare agli infortuni o alle fatiche di Coppa.

Quindici punti nelle ultime quindici partite (più di un terzo del torneo) corrispondono al passo di una squadra che lotta per non retrocedere, non certo quello di una presunta grande. E al netto del fatto che in Champions si andrà, quasi nessuno ora si chiede che cosa possa poi combinare questa Signora in una competizione di livello diverso, con corazzate votate a sbranare l’avversario di turno senza alcuna remora.

Giuntoli avrà un’estate calda nel dover ridisegnare quasi tutto. Chiaro, a questo punto, che Allegri resti solo con una vittoria contro l’Atalanta mercoledì nella finale di Coppa Italia. I conti del club richiedono il massimo rigore, anche se l’aumento di capitale, l’approdo nella grande coppa e la partecipazione al Mondiale per Club garantiranno una discreta libertà. Va da sè, però, che operazioni alla Ronaldo, ma anche quelle consistenti come sono state quelle di Vlahovic e Bremer, resteranno confinate ai ricordi e al passato.

Se davvero si vuole Koopmeiners, occorrerà vendere, e non poco. Se poi si punta anche a Zirkzee, la considerazione è doppiamente valida. Talenti in rampa di lancio e in prestito come Soulé e Huijsen potrebbero essere sacrificati. E’ il prezzo da pagare per tentare un rilancio, per immettere nel gruppo giocatori di personalità che vedano la porta, e che ora mancano come non mai.

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