Juve, ora c’è un Toro da domare. Motta: "Qui non sono di passaggio"
La Signora parte favorita, ma le assenze pesano. E l’obiettivo Champions è una priorità della dirigenza
La Juventus di Thiago Motta, sinora, ha avuto un problema con le pause per l’attività delle nazionali. Non con le soste in sé, ma per come vi si è approcciata: a settembre ci arrivò dopo il pareggio casalingo contro la Roma, a ottobre dopo un altro pari, quello con il Cagliari sempre allo Stadium; accettabile il primo, pur con qualche mugugno, deludente il secondo.
Così stasera, nel derby contro il Torino (20,45 diretta Dazn/Sky) che è l’ultimo impegno prima della terza sosta stagionale, diventa ancora più fondamentale, per i bianconeri, ottenere una vittoria per non doversi sorbire due settimane di critiche e processi, anche perché un eventuale passo falso, in termini di classifica, sarebbe un guaio, considerando che la stessa assemblea degli azionisti, giovedì, ha confermato come la qualificazione in Champions sia l’obiettivo minimo stagionale per far quadrare i conti.
"Ho buone sensazioni – ha detto ieri Motta nella conferenza stampa della vigilia – perché vedo la squadra con l’atteggiamento giusto. L’atmosfera è speciale sia per noi che per i nostri tifosi. Sono partite belle da giocare, entrambe le squadre sono consapevoli dell’importanza dell’incontro".
Il Torino vive un periodo complicato dentro e fuori dal campo: in era Cairo ha perso 23 derby su 30 e, in generale, dal 2000 in avanti, per non andare troppo indietro, ne ha vinto appena uno, nel 2015. Si tratta, insomma, di un derby con una favorita per diritto, nonostante oggi sia difficile definire la Juventus, una squadra che, in atto, appare ancora ben lontana da ciò che potrebbe e dovrebbe essere in potenza, sia per gli assenti (questa sera mancheranno, oltre a Bremer e Milik, anche Nico Gonzalez, Douglas Luiz e Adzic), sia per i presenti, perché il tecnico italo-brasiliano ancora sperimenta e non tutti coloro che sono stati chiamati in causa sinora hanno risposto positivamente. "Io sono soddisfatto della crescita della squadra, anche se possiamo dare tutti qualcosa in più, io per primo. Ma nel derby entreremo al 200% in partita, chi inizierà e chi subentrerà". Già, ma chi giocherà titolare? Tutto da definire, e a chi gli chiede di Perin, Fagioli e Vlahovic, chiamato al solito agli straordinari, Motta glissa: "Possono giocare, così come andare in panchina". Intanto, per il tecnico che da giocatore ha vestito la maglia di una Juventus granata (il Clube Atletico Juventus, una delle squadre di San Paolo), continua la professione di ottimismo: "Ora sono nel posto giusto al momento giusto, qui non mi sento di passaggio". Un concetto, questo, che si inserisce nel solco di quanto Motta disse dopo l’esordio con il Como, alla vigilia della trasferta di Verona, quando raccontò di sentirsi "un uomo fortunato" per la sua "vita bellissima" e per un’avventura appena agli inizi. Il suo spirito non cambierà. Ma un derby sotto le aspettative potrebbe mutare l’atteggiamento esterno nei suoi confronti.
Continua a leggere tutte le notizie di sport su