Juve, passo indietro nel gioco, ma la porta è blindata: il percorso di Motta prosegue

La Juve non sfonda con la Roma, ma continua a non prendere gol: Motta cerca miglioramenti davanti e i nuovi glieli daranno

di MANUEL MINGUZZI -
2 settembre 2024
Thiago Motta

Thiago Motta

Torino, 2 settembre 2024 – Nessuno a punteggio pieno dopo tre giornate, nemmeno la Juve fermata in casa dalla Roma. Uno a zero a zero che a qualcuno potrebbe aver ricordato le sfide tra Allegri e Mourinho, invece sarebbe quanto di più sbagliato possibile considerare bianconeri e giallorossi simili a quelle opache versioni. E’ in atto un processo di crescita che passa anche da partite meno brillanti, come successo allo Stadium per una Juve che fino a qui offensivamente si era espressa bene. Sono tappe fisiologiche per chi sta cercando di rivoluzionare la filosofia tattica rispetto al recente passato, in attesa che anche i nuovi innesti trovino la forma migliore per incidere di più. Juve senza gol fatti, ma soprattutto senza gol subiti, aspetto migliore per continuare a fare punti e perdere meno partite possibili.  

Dobbiamo migliorare in fase offensiva

Quando non riesci a vincere, cerca di non perdere. La Juve ci è riuscita, in una serata difficile dal punto di vista offensivo. Un piccolo passo indietro in termini di manovra, non nella solidità difensiva che è rimasta tale. Zero gol subiti e vetta della classifica assieme ad altre squadre, soprattutto l’Inter, in quello che potrebbe diventare un nuovo duello Scudetto in salsa derby d’Italia. “Positivo non aver preso gol, ma dobbiamo migliorare in zona offensiva”, il primo commento di Motta. Ma sulla qualità in attacco pesano anche i nuovi, di fatto tutti ancora da vedere con continuità. I vari Koopmeiners, Gonzalez, Conceicao, Douglas Luiz andranno tarati dopo la sosta ed è lì che si gioca la stagione della Juve: inserire il talento e produrre tanto in fase offensiva. La qualità c’è, per ora Motta ha fatto con quel che poteva utilizzare: “Siamo stati frenetici e poco precisi, abbiamo perso troppi palloni ma nel complesso la partita è stata equilibrata e il risultato è giusto”, l’analisi del mister. Dei nuovi, quello già abbastanza brillante è stato Francisco Conceicao, subito peperino tra le linee del centro destra del campo. Soddisfatto Thiago: “E’ entrato bene e lo avevo visto bene in allenamento. Lui è molto veloce e gli piace il dribbling, ha qualità ed è attento anche in fase difensiva”, la risposta di Motta che, come sempre, guarda all’equilibrio di squadra. Puoi essere forte quanto vuoi con la palla tra i piedi ma se non aiuti in difesa non giochi. La squadra prima di tutto. Chi deve ancora ritrovare ritmo è Nico Gonzalez, atteso dopo la sosta: “Lo vedo esterno e abbiamo giocatori con caratteristiche diverse”, il pensiero di Motta che nel finale lo ha schierato anche con compiti di centravanti. Il mantra mottiano è chiaro, chiarissimo, quando si parla di equilibrio generale. Con lui il portiere è il primo costruttore di gioco e l’attaccante il primo difensore. Questa la frase del tecnico su Vlahovic: “Ha grande spirito ed energia, è il primo difensore che abbiamo. Io non guardo solo ai gol ma come aiuta i compagni. E’ un leader positivo e deve continuare così”.  

Buon pareggio? No, volevamo vincere…

Che la Juve abbia ritrovato mentalità è abbastanza chiaro e si evince dall’umore non troppo elevato per il primo pareggio dell’anno. La squadra scende sempre in campo per vincere e quando non lo fa è arrabbiata. Importante non perdere, ma si scende in campo sempre con l’idea di fare tre punti: “Un buon pareggio? No, volevamo vincere e c’è rammarico – l’eloquente commento di Gatti – Ma quando non si vince è importante non perdere e i nuovi ci daranno una mano. Dobbiamo trovare gli automatismi e alla lunga ci aiuteranno tanto”. Gatti ha vissuto anche le ultime stagioni con Allegri e più di ogni altro può cogliere le differenze con Thiago. In alcuni casi ci sono concetti opposti, in altri meno. Motta più giochista, ma non all’esasperazione e il primo concetto è chiaro: equilibrio. Allegri più di rimessa e contropiede, sfruttando le ripartenze per trovare varchi nelle linee avversarie. Motta gli spazi li crea muovendo palla fino a che non si staglia davanti l’imbucata giusta: “Abbiamo cambiato tante colse, pressiamo più alto e a volte ci troviamo uomo contro uomo. Entrambi sono grandi allenatori e stiamo apprendendo nuove cose”, la risposta di Gatti. La Juve vuole vincere, punta a vincere, vale per i singoli match ma anche per i trofei, i campionati, le coppe. Il dna è quello: vincere è l’unica cosa che conta. Ora tocca a Motta farlo, fin da subito, al primo anno, anche in ottica Scudetto. Chi arriva in bianconero sa che l’obiettivo finale è quello. Non si scappa. Chi conosce bene questo tipo di mentalità è Alessandro Del Piero, ieri sbandieratore a scacchi al gran premio d’Italia, vinto da Charles Leclerc su Ferrari. Parole chiarissime quelle dell’ex numero dieci: “Thiago ha la responsabilità di provare a vincere, la Juve è un capitolo a parte e non si può parlare di cicli. Pirlo, Sarri, Allegri, tutti entrati in una squadra che doveva vincere lo Scudetto. Il destino è quello, non importa se sei a inizio carriera”. E dopo la sosta arriva anche il debutto del triplo impegno, un inedito per Motta allenatore. La Juve va prima a Empoli per la quarta di campionato, poi ospiterà il Psv Eindhoven per il ritorno in Champions il 17 settembre alle 18.45, in una settimana impegnativa che si concluderà contro il Napoli di Conte allo Staidum il 22 settembre. Il mese si concluderà il 29 settembre a Marassi contro il Genoa, match anteprima della trasferta di Lipsia il 2 ottobre alle 21.

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