Juve: processi, doping, scommesse. Allegri nella tempesta perfetta

Il tecnico paga una serie incredibile di circostanze avverse per le quali non ha alcuna responsabilità

di DORIANO RABOTTI
19 ottobre 2023
Juve: processi, doping,  scommesse. Allegri nella tempesta perfetta

Juve: processi, doping, scommesse. Allegri nella tempesta perfetta

Vien quasi voglia di simpatizzare per Max Allegri, quanto meno di provare un moto di solidarietà umana. Perché nella mancanza di risultati di altissimo livello della Juve ci sarà anche una parte importante di responsabilità da parte del tecnico livornese, del suo gioco senza bollicine, della sua scarsa propensione allo spettacolo. Ma quasi tutte le tegole che poi gli sono cadute sulla testa, sportivamente parlando, non dipendono certo da lui, dalle sue (in)decisioni tattiche, dalle scelte di formazione sbagliate.

A ripercorrere l’elenco, sembra la trama di un film dell’orrore moderno. Dove ogni volta ti aspetti che il peggio sia passato, ti chiedi: e che cosa altro potrà mai succedere?

E puntualmente qualcosa succede, una specie di legge di Murphy ad personam.

Allegri torna con un contratto ricchissimo nell’estate del 2021. Inizia il campionato, e sulla soglia della fine del mercato perde Cristiano Ronaldo ritrovandosi in cambio Moise Kean. Che con tutto il rispetto, non somiglia neanche alla stessa cosa. Nel corso della stagione si rompono Chiesa e Dybala, e anche qui, averli o non averli fa una bella differenza. Ma gli infortuni fanno parte del gioco, e comunque il traguardo minimo dell’ingresso in Champions viene centrato, sul campo.

L’anno dopo arrivano rinforzi teorici che non giocano mai (come Pogba) o meno del necessario (come Di Maria), mentre deflagra lo scandalo delle plusvalenze che cancella i risultati ottenuti sul campo a suon di penalizzazioni (ed è andata bene, ieri la Procura di Torino ha spiegato che avrebbe chiesto pene più pesanti, se il processo non fosse stato spostato a Roma). Finisce il campionato con la Juventus fuori da qualsiasi competizione europea per questa stagione, anche a causa di scelte politiche sbagliate (l’adesione alla Superlega con conseguente pugno di ferro dell’Uefa), non per i risultati del campo.

Va bene, si riparte senza coppe e magari è l’occasione buona per concentrarsi sullo scudetto e sul ritorno in Champions, anche se il Lukaku tanto desiderato sceglie la Roma. Ma l’anno che deve essere della rifondazione, dopo solo otto giornate, ha già portato a Max prima un Pogba appiedato per doping, poi lo scandalo scommesse che ferma giustamente Fagioli (e a posteriori alcune scelte del tecnico possono anche assumere un significato diverso...). Il tutto durante una sosta in cui si rompe anche Danilo, il leader dello spogliatoio.

In pratica, mancano solo le cavallette.

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