Juve, il buio all’improvviso: così lo scudetto torna un miraggio per Allegri

Col Sassuolo nulla ha funzionato e i gravi errori in difesa certificano una mentalità non vincente

di PAOLO GRILLI -
24 settembre 2023
Nicolò Fagioli, 22 anni, e Federico Chiesa, 25: emblematica la loro espressione dopo il 4-2 subito dal Sassuolo al Mapei

Nicolò Fagioli, 22 anni, e Federico Chiesa, 25: emblematica la loro espressione dopo il 4-2 subito dal Sassuolo al Mapei

Torino, 24 settembre – Come una macchina del tempo. Di quelle, però, che ti rimandano indietro, a periodi bui che pensavi di non dover più rivivere. La débacle al Mapei col Sassuolo ha fornito un’istantanea della vecchia Juve, intesa come quella della passata stagione: impacciata, spuntata, in balia di un avversario che aveva collezionato prima di sabato tre sconfitte in quattro partite.  Gli errori grossolani che hanno fatto da ingrediente principale del pasticcio non devono fungere da alibi per Massimiliano Allegri. Se Szczesny, Gatti e Danilo – non un singolo, quindi – contribuiscono alla frittata, è per una preparazione alla partita non adeguata anche in termini emotivi e motivazionali.

Max aveva invitato tutti a volare bassi alla vigilia di una partita che da ex non poteva non sentire. E, a posteriori, l’effetto sembra essere stato paradossale. La squadra nemmeno è riuscita a spiccare il volo, mostrandosi timorosa e svuotata, senz’altro lontanissima da uno standard elevato che la Signora, per storia, prestigio e monte stipendi, deve sempre imporre a se stessa.

Non solo la difesa. Anche il centrocampo non ha dato segnali di qualità, con Locatelli, Miretti e Rabiot che hanno steccato. Solo Fagioli, subentrato, ha messo in luce la consueta sostanza fornendo anche l’assist a Chiesa.  Proprio Fede ha salvato le apparenze del reparto, ma il gol del momentaneo 2-2 al 78’ ha coinciso col primo tiro in porta dei bianconeri, cui ne è seguito solo un altro. Vlahovic non pervenuto se non in avvio, e anche la sua rabbia per la sostituzione ha detto molto. Kean e Milik, poi, non hanno certo dato la svolta una volta entrati.

La Juve deve sperare che la partita di Reggio Emilia abbia concentrato in maniera quasi liberatoria tutto quello che non va, senza altri strascichi. Se invece la partita ha scoperchiato limiti strutturali, allora lo scudetto rischia di diventare subito un miraggio, e forse anche un piazzamento tra le prime quattro per conquistare il pass Champions. Martedì in casa col Lecce c’è un esame da non sbagliare, se si vogliono riacchiappare i sogni. I salentini sono un punto avanti. Loro stanno certamente volando alto. 

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